Tribano, il sindaco bestemmia durante la diretta streaming del consiglio comunale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Luglio 2021 - 13:21 OLTRE 6 MESI FA
Tribano, il sindaco bestemmia durante la diretta streaming del consiglio comunale

Tribano, il sindaco bestemmia durante la diretta streaming del consiglio comunale (foto Ansa)

Il sindaco di Tribano (provincia di Padova) Massimo Cavazzana ha bestemmiato durante la diretta streaming del consiglio comunale.

Ma cosa è successo? E’ successo che durante alcuni disguidi tecnici in diretta – l’assessore che non riesce a far funzionare il cellulare – il sindaco, imprecando un po’ tra sé e sé si è lasciato scappare due bestemmie a microfono acceso.

La registrazione interrotta e poi ripresa

La registrazione è stata poi interrotta e ripresa con una nuova inquadratura. Ma comunque le bestemmie non sono passate inosservate nel piccolo comune e non solo. Il video, infatti, passato di cellulare in cellulare è finito un po’ ovunque in rete.

Le parole del capogruppo di opposizione

“Un cittadino mi ha inviato il video con le bestemmie del Sindaco chiedendomi che cosa ne pensassi, dichiara Roberto Bazzarello – capogruppo di opposizione -. La mia risposta è stata di stupore, infatti non avevo visto il video prima che mi fosse inviato. Durante il Consiglio Comunale la diretta Facebook della seduta non funzionava, il sindaco si è alzato e ha raggiunto l’assessore Nucibella per sistemare il cellulare. Non ho sentito cosa abbia detto, eravamo lontani. Dopo aver visto il video sono rimasto amareggiato: bestemmiare in Consiglio Comunale è una mancanza di rispetto per il luogo istituzionale, è un atto diseducativo nei confronti dei consiglieri ma soprattutto dei cittadini. In un campo di calcio per una bestemmia si viene espulsi. Chiediamo che il sindaco si scusi pubblicamente con tutti i consiglieri e con la cittadinanza oltre che la ferma condanna di tutta la maggioranza da questo grave episodio”.

Le scuse del sindaco

“È stato un errore, non doveva accadere. Mi scuso per l’uscita infelice e per il linguaggio, che non mi appartiene. Nella fretta ho sbagliato, mi spiace”.