Tribunale di Napoli, per entrare basta un cenno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2015 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA
Tribunale di Napoli, per entrare basta un cenno

Il Tribunale di Napoli

NAPOLI – Entrare al tribunale di Napoli? Basta un cenno della testa. Dopo la sparatoria al Palazzo di Giustizia di Milano giovedì 9 aprile, i cronisti del Mattino Paolo Barbuto e Francesco Romanetti hanno messo alla prova le aule di Giustizia di Napoli e Torre Annunziata. In entrambi i casi penetrare in quelli che dovrebbero essere i luoghi più sicuri, soprattutto in terra di camorra, è stato un gioco, come racconta Barbuto.

“Agli ingressi principali c’è attenzione massima: non passi se non hai un buon motivo e un documento valido. Ecco, pensi, visto? Non si può entrare senza essere notati. E invece si può, eccome se si può. Basta avere un po’ di pazienza e attendere che il gigantesco caos della mattina sia calato, basta avere un avvocato amico che ti indica qual è l’ingresso meno sorvegliato e, in un attimo, sei dentro: con un po’ di emozione e la certezza che verrai scoperto nel giro di un minuto. Via Grimaldi, stradetta che separa il palazzo della Procura da quello del tribunale; giusto a metà c’è un cancellone di ferro, lo oltrepassi e ti trovi di fronte a un accesso secondario del tribunale, quello utilizzato dai dipendenti che marcano e smarcano i cartellini nelle macchinette segnatempo: praticamente il gemello napoletano dell’ingresso utilizzato dal killer di Milano. Sei certo che qui, proprio qui, l’allerta sarà massima perché l’effetto emulazione è dietro l’angolo e ci saranno almeno dieci matti che proveranno a replicare la follia di Claudio Giardiello.

È la controra con un sole tiepido che si affaccia sulla città; è controra pure per l’agente di polizia penitenziaria che sorveglia svogliatamente quell’ingresso. Ci vogliono faccia tosta e passo deciso. Passi davanti all’agente e fai un cenno con la testa, il mento lanciato verso l’alto come per salutare un vecchio amico; lui risponde chinando leggermente il capo verso destra: «Passa, passa pure…». Varchi l’ingresso e scopri, giusto davanti a te, un metal detector come quelli dell’aeroporto. Mannaggia, ora mi fermeranno, mi controlleranno e mi sbatteranno fuori. E invece quel metal detector è solennemente spento”.

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