Trieste, morti “per amianto”: indagati 4 ex dirigenti della Grandi Motori

Pubblicato il 15 Gennaio 2013 - 11:55 OLTRE 6 MESI FA
La Grandi Motori di Trieste

TRIESTE – Indagati quattro dirigenti della Grandi Motori Trieste per la morte di otto lavoratori uccisi dal mesotelioma pleurico causato dall’amianto. La Procura della Repubblica di Trieste ha ancora in corso un filone di indagini per altri sei casi di decessi (tre dei quali sembra siano recenti) per mesotelioma pleurico di lavoratori della Grandi Motori.

La Procura della Repubblica di Trieste ha concluso le indagini sugli otto decessi che sarebbero stati causati, secondo le accuse, da esposizione ad amianto tra il 1971 e il 2000. Scrive l’Ansa che le notifiche di conclusioni indagini sono andate a quattro ex dirigenti, indagati per omicidio colposo e cooperazione colposa.

Secondo l’Ansa gli indagati sono il direttore generale della Grandi Motori (GMT) negli anni dal 1970 al 1977, il presidente e amministratore delegato della Grandi Motori dal 1977 al 1984, il direttore generale e amministratore delegato di Fincantieri (Divisione Grandi Motori) dal 1984 al 1992 e un membro del consiglio di amministrazione di Fincantieri dal 1984 al 1994.

La Procura contesta ai quattro di non aver posto in essere misure per la sostituzione dell’amianto, di non aver dotato gli ambienti di lavoro di impianti fissi e mobili per l’aspirazione e di non aver posto l’amianto in ambienti separati. Ancora, l’accusa contesta agli indagati di non aver fornito ai lavoratori  mascherine e informazioni sui pericoli dell’amianto.

I lavoratori morti per mesotelioma erano attivi in vari reparti: saldatori, collaudatori e attività manutentiva. La proprietà dello stabilimento della Grandi Motori è più volte passata di mano: dal 1966 al 1972 è stato di Fiat-Iri, dal 1972 al 1982 di Grandi Motori Trieste (dal 1975 totalmente trasferita all’Iri), dal 1984 al 1998 di Fincantieri, dal 2000 è della multinazionale finlandese Wartsila.

”E’ difficile indicare le responsabilità” per esposizione da amianto, nel territorio di Trieste, essendoci o essendoci state ”molte attività” a rischio. Lo ha ricordato il Procuratore generale della Procura della Repubblica di Trieste, Michele Dalla Costa, commentando la chiusura delle indagini per i decessi per mesotelioma pleurico di otto lavoratori della Grande Motori. Dalla Costa ha messo in evidenza che il fascicolo rappresenta un primo caso in cui si è riusciti a circoscrivere le responsabilità. I reati sono omicidio colposo e cooperazione colposa tra gli stessi indagati.