Trifone Ragone e Giosuè Ruotolo, screzi per colpa bollette?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Maggio 2016 - 07:51 OLTRE 6 MESI FA
Trifone Ragone e Giosuè Ruotolo, screzi per colpa bollette?

Trifone Ragone e Giosuè Ruotolo

ROMA – Per i giudici del Riesame il movente del litigio tra Giosuè Ruotolo e Trifone Ragone non sarebbe forte, né sufficiente a giustificare il motivo per il quale il militare campano avrebbe giustiziato l’ex commilitone e la fidanzata, Teresa Costanza.

Che i due si fossero azzuffati per via delle chat moleste inviate via Facebook da Ruotolo a Teresa, come detto durante la puntata di venerdì 13 maggio di Quarto Grado su Rete 4, sembra ormai confermato, anche alla luce di quanto dichiarato da Sergio e Daniele, ex coinquilini di Ruotolo e Ragone nella casa di Pordenone, che solo il 15 gennaio 2016, però, rivelarono agli inquirenti di quella furiosa lite tra i due militari. I due ragazzi hanno infatti riferito agli inquirenti di un Giosuè Ruotolo dolorante, con il labbro spaccato e uno zigomo tumefatto per via delle botte infertegli da Trifone.

Il Riesame tuttavia ha ordinato nuovi accertamenti e approfondimenti che chiariscano questo passaggio fondamentale, ipotizzando tuttavia che il motivo del litigio non basti a spiegare un così efferato delitto, e che ci sarebbe dell’altro non ancora emerso dalle indagini.

I due ex coinquilini di Giosuè e Trifone, inoltre, avrebbero confermato rapporti molto tesi tra loro anche in merito al ritardo nel pagamento delle bollette da parte di Ragone. Per questo dovranno essere accertare con maggiore precisione dalla Procura le presunte situazioni di conflittualità tra la vittima e il suo presunto assassino.

Infine durante Quarto Grado si è poi parlato di una cartella segreta nel videogame di Ruotolo in cui erano salvate delle foto particolari: in alcuni scatti sono ritratti la vittima e il presunto killer, insieme ad altri commilitoni, in un locale di Cordenons, abbracciati e complici, in posa. Altre invece sono foto di Giosuè con la fidanzata Rosaria al Parco di San Valentino di Pordenone, il luogo dove è stata rinvenuta l’arma del delitto.