Troppe ore al cellulare, invalido: “Mia vita è cambiata”

Pubblicato il 17 Dicembre 2009 - 22:56 OLTRE 6 MESI FA

Il telefono che allunga la vita non è certo quello che ha usato, per ore e ore al giorno, Innocente Marcolini. Era un manager e, dal cordless dell’ufficio o con il cellulare, ha parlato per anni con tutti i continenti.

Quelle conversazioni di lavoro, secondo la Corte d’Appello di Brescia gli hanno causato un tumore benigno al trigemino. E un altro suo collega alcuni anni fa ha accusato gli stessi problemi di salute.

«Sono stato operato – spiega Marcolini, che vive a Carpenedolo, nella bassa bresciana – ma la mia vita non è più quella di prima. Amavo la montagna, il trekking e ho dovuto abbandonare tutto, anche il lavoro».

Quando nel 2002 il manager venne colpito da una paresi al volto non pensò subito alle conseguenze delle onde elettromagnetiche. Ma negli anni successivi l’idea d’aver pagato un prezzo troppo alto a quella che, secondo lui, è innanzitutto l’assenza di qualsiasi avvertenza sulla confezione del prodotto, ha preso sempre più corpo.

«Mi sono rivolto al giudice del lavoro – continua – affinchè dall’Inail la malattia venisse riconosciuta come professionale. In primo grado è andata male, in appello la perizia prima e poi la Corte mi hanno dato ragione».

Oggi Innocente Marcolini convive con un dolore che riaffiora lancinante non appena finisce l’effetto dei farmaci, ma anche con gli effetti collaterali dei medesimi. Lo consola, però, vedere che sul cellulare della figlia «qualche indicazione a tutela della salute è stata messa».