Troppo bella per fare la vigilessa? Lei fa causa al Comune ma viene respinta: “Bocciata per gravi lacune”

La 27enne aveva fatto causa al Comune per discriminazione di genere: il giudice ha bocciato la richiesta di reintegro al lavoro.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Gennaio 2023 - 09:52 OLTRE 6 MESI FA
Troppo bella per fare la vigilessa

Troppo bella per fare la vigilessa? Lei fa causa al Comune ma viene respinta: “Bocciata per gravi lacune” (foto ANSA)

Il giudice del lavoro del Tribunale di Forlì ha respinto il ricorso che era stato presentato da vigilessa che aveva fatto causa al Comune di Cesena sostenendo di non essere stata assunta poiché “troppo bella”.

Troppo bella per fare la vigilessa? Respinto il ricorso di una 27enne

“La ricorrente – viene evidenziato in una nota – aveva presentato l’istanza in relazione al provvedimento del 26 settembre 2022 con cui la commissione istituita presso il Comune di Cesena aveva affermato che ‘rispetto alle competenze tecnico/specialistiche la candidata evidenzia gravi lacune con errori di sostanza con riferimento all’intera struttura della legge di depenalizzazione, dimostrando di non aver competenze tecniche necessarie per svolgere il servizio in autonomia’. Per questa ragione il contratto di formazione e lavoro non era stato trasformato in contratto di lavoro a tempo indeterminato di Agente di Polizia Locale categoria C”.

La causa al comune di Cesena

Stando a quanto riporta il Resto del Carlino, l’aspirante vigilessa ad agosto avrebbe superato il concorso/bando per la polizia locale nel Comune di Cesena. Assunta assieme ad altri sette colleghi avrebbe dovuto tenere dopo un anno un colloquio per ottenere finalmente un’assunzione definitiva nel corpo della polizia locale cesenate. Ma secondo la commissione presieduta dal comandante della polizia locale, la 27enne “non aveva raggiunto le competenze tecniche necessarie per svolgere il servizio in autonomia”. Evidenziava infatti delle lacune, si legge nel verbale della commissione, “con errori di sostanza con riferimento all’intera struttura della legge di depenalizzazione”.

Per la commissione quindi non era abbastanza preparata per poter essere assunta come agente. La giovane aveva contestato anche la battuta sessista detta, secondo il suo avvocato, dal comandante: “Al termine della prova – continuava il ricorso – il comandante le avrebbe comunicato che a suo parere, data la sua avvenenza, subiva il fascino della divisa, che con il sorriso non avrebbe ottenuto gratificazione dagli utenti. Alludendo, de facto, che sarebbe stato meglio dedicarsi ad altre attività a lei più consone. Battuta salace cui la signora vigilessa – continua il legale – rispondeva da parte sua zittendo il comandante, comunicandogli che il lavoro per il quale ha studiato è quello dell’agente di polizia locale e non di modella”. 

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