La truffa della fecondazione: boom di italiani in Ucraina

Pubblicato il 18 Gennaio 2012 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

BRESCIA – Un mercato di neonati in Ucraina, uteri in affitto per consentire a genitori senza prole di aggirare le rigide regole imposte in Italia dalla legge 40 sulla fecondazione assistita? In una clinica di Kiev nei primi cinque mesi del 2011 hanno infatti partorito trenta donne italiane: sono arrivate in Ucraina solo qualche giorno prima del lieto evento e sono tornate a casa, quasi tutte, con un paio di gemelli. Ma non tutte le donne entrate in clinica erano incinta, i loro bambini sono stati partoriti da mamme in affitto: l’esito gemellare del parto è conseguenza della procreazione assistita.

A scoprire i trenta parti insoliti è stata la Procura di Brescia, che ha indagato per alterazione di stato una coppia del lago d’Iseo. Gli inquirenti avrebbero anche individuato due referenti di una vera e propria organizzazione in azione tra Foggia e Milano. La Procura di Brescia si è limitata a indagare sulla coppia bresciana, gli altri casi sono stati segnalati alle Procure competenti.

Le indagini sono iniziate lo scorso maggio quando l’ambasciata italiana in Ucraina ha contattato l’ufficio anagrafico del piccolo paese sul lago: servivano alcuni documenti per una coppia che aveva partorito a Kiev. Marito e moglie erano arrivati in Ucraina e il giorno successivo la donna aveva avuto due gemelli. Una contestualità che ha risvegliato l’interesse dei carabinieri e della Procura. Le indagini hanno permesso di accertare la corrispondenza del Dna dei piccoli con quello del padre, ma non con quello della moglie, ma sul certificato di nascita spiccano il nome della madre e del padre bresciani. Dagli accertamenti bancari si è poi stabilita la cifra versata dalla coppia: cinquantamila euro.

Il caso per la Procura è chiaro: la coppia bresciana ha affittato un utero a Kiev, dopo aver visionato le donne disponibili, poi è volata in Ucraina per il parto e dopo pochi giorni il rientro a casa con i due neonati. Una scelta dettata dall’impossibilità di avere bambini e dai vincoli della normativa. Un viaggio della speranza per la coppia bresciana. Lo stesso viaggio intrapreso anche dalle altre coppie.