Truffe cassa giornalisti: plastica al seno spacciata per intervento emorroidi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Marzo 2015 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA
Truffe cassa giornalisti: plastica al seno spacciata per intervento emorroidi

Truffe cassa giornalisti: plastica al seno spacciata per intervento emorroidi

ROMA – Truffe cassa giornalisti: plastica al seno spacciata per intervento emorroidi. E’ forse il caso più eclatante di fantasia truffaldina fra i giornalisti impegnati a frodare la propria assicurazione: una plastica al seno spacciata per un intervento per curare le emorroidi, ovviamente con la complicità del medico. Ma fa solo parte di una lista lunga di tentativi di truffa tanto che il fiduciario regionale della Casagit del Lazio è stato costretto a inviare una lettera ai soci con l’elenco dei casi scoperti per scoraggiare il malcostume.

Il sito Consumatrici.it ha pubblicato la lettera (ripresa anche da da Franco Abruzzo): pseudo malattie di figli visitati dal pediatra 20 volte in un mese, falsi ricettari, false fatture sanitarie, false radiografie…I protagonisti smascherati sono stati espulsi dalla Cassa che si rivarrà anche su medici e strutture sanitarie compiacenti.

Il gatto, la volpe e le radiografie truccate
Per fare certe cose, infatti, bisogna essere in due. Ed erano chiaramente d’accordo come il gatto e la volpe quel giornalista e quel dentista che hanno cercato di dimostrare l’esistenza di un intervento odontoiatrico mai effettuato (valore 20.000 euro), presentando una radiografia manomessa. Soprattutto, erano ben determinati a guadagnarci. Quando i funzionari della Casagit hanno individuato il falso e hanno chiesto agli interessati di rinviare la documentazione, i due hanno spedito alla Cassa tre radiografie di tre bocche diverse.

E l’autista diventa badante
I più, però, hanno preferito affidarsi al fai-da-te, truccando la documentazione con le proprie forze. Come il collega che ha tentato di far passare il proprio autista per il badante dell’anziana mamma. E quello che si è scritto da sé le ricette dei medicinali “su ricettario sottratto a medico”, ed è stato scoperto “perché i farmaci segnati rispondevano a troppe e incoerenti necessità terapeutiche”.
Qualcuno ha approfittato dei potenti mezzi offerti dalla tecnologia e si è messo a fabbricare al computer false fatture sanitarie, ma è stato ugualmente poco fortunato.

Truffe da pochi euro
Il capitolo ingordi è lunghissimo, anche di quelli che preferivano truccare i documenti per pochi euro. Non contenti di vedersi rimborsare le spese mediche proprie, due soci avevano preso l’abitudine di fotocopiare le ricette mediche, per poi applicarvi, ai fini del rimborso, fustelle dei medicinali “in qualche modo raccolte altrove”. (www.consumatrici.it)