Turisti americani rubano metopa a Pompei, scoperti all’aeroporto di Fiumicino

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2014 - 13:03| Aggiornato il 3 Dicembre 2014 OLTRE 6 MESI FA
Turisti americani rubano metopa a Pompei, scoperti all'aeroporto di Fiumicino

Turisti americani rubano metopa a Pompei, scoperti all’aeroporto di Fiumicino

ROMA – Due turisti americani avevano pensato di portare a casa, dopo la visita agli Scavi di Pompei, un pezzo di metopa da 30 chili, Il piano è però stato sventato all’imbarco dell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino dove il reperto è stato scoperto nell’auto presa a noleggio. I due turisti sono riusciti a salire sull’aereo ma verranno raggiunti da una denuncia per appropriazione di bene dello Stato.

Susy Malafronte sul Mattino ha però paventato l’ombra della archeomafia:

È inverosimile, secondo gli investigatori, che il reperto (un pezzo di metopa del peso di circa 10 chilogrammi pronto per essere impacchettato e spedito negli Stati Uniti), possa essere stato trafugato dall’area archeologica dai due turisti senza che nessuno si accorgesse di nulla. Ed ecco prendere piede l’ipotesi dell’archeomafia: gli americani potrebbero essere stati avvicinati, all’esterno del sito archeologico pompeiano, da uno degli autori del furto, il quale gli ha proposto l’affare. Un affare al quale i turisti stranieri non hanno saputo resistere: comprare un reperto autentico della città antica da sfoggiare nel salone di casa. L’archeomafia è una organizzazione criminale che opera in tutta Italia, esperta in furti su commissione e di esportazione clandestina delle opere d’arte e dei reperti archeologici ed il loro inserimento in circuiti di vendita internazionali. Si tratta di una rete criminale, ben strutturata, capace di gestire i traffici di opere d’arte a più livelli, da quello locale a quello internazionale, di far perdere le tracce della provenienza illecita delle opere e di attuare il loro decisivo passaggio dal mercato clandestino a quello ”legale”. I tentacoli dell’archeomafia si sono introdotti a Pompei il 26 ottobre del 2003, quando fu trafugata dagli Scavi una vera di pozzo, in pietra calcarea e dal peso di circa cento chilogrammi, dalla casa dei “Ceii”. La dinamica del furto, a distanza di 11 anni, resta ancora avvolta nel mistero. Il reperto fu rintracciato dai carabinieri, il 26 dicembre dello stesso anno, mentre i ladri, a bordo di un furgone lo stavano trasportando in un luogo più sicuro. Per sfuggire alla cattura, i malviventi abbadonarono la “vera” lanciandola fuori dall’auto, lungo la strada, dove fu successivamente recuperata in tredici pezzi dai militari dell’Arma. I bracci armati dell’archeomafia sono i tombaroli. Una sorta di Indiana Jones del crimine archeologico.