Ubriaco a 13 anni minaccia suicidio: denunciata la madre, gli aveva dato l’alcol

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2014 - 19:29 OLTRE 6 MESI FA

carabinieri_lpGROSSETO – Un ragazzino di 13 anni completamente ubriaco voleva uccidersi con un coltello: è stata la madre a disarmarlo ma per farlo recedere è stato necessario l’intervento della polizia. E’ accaduto a Grosseto dove gli agenti hanno fatto portare lui in ospedale e denunciato la madre per maltrattamenti. La donna ha ammesso di essere stata lei a dare l’alcol al figlio anche nei giorni precedenti: il ragazzo in caso contrario, ha detto, minacciava il suicidio.

La volante della polizia è intervenuta su richiesta del 118: si trattava di calmare un ragazzino ubriaco che molestava la madre. Gli operatori, giunti sul posto, sentivano delle urla e trovavano una donna, che spingeva con veemenza la porta di un’altra stanza per chiuderla, utilizzando i piedi e le spalle, mentre in mano teneva un coltello. Ma qualcosa, o qualcuno, dall’interno opponeva resistenza: era un ragazzino di 13 anni, che urlava e si dimenava per scappare da quella morsa.

La donna, 39enne rumena, urlando ha raccontato che nella stanza c’era suo figlio, a cui era appena riuscita a togliere dalle mani il coltello perché si voleva suicidare. Il ragazzino, confuso e disorientato, aveva la testa nascosta nel cappuccio della felpa. La donna ha raccontato agli agenti che era ubriaco: lei stessa le aveva procurato l’alcol. Da una settimana in ragazzo ingurgitava birra e vino a ripetizione, minacciando di buttarsi dalla finestra se la madre non lo avesse accontentato. Sul pavimento della stanza lattine, bottiglie, mozziconi di sigaretta e avanzi di cibo.

Le finestre erano chiuse e con gli avvolgibili serrati. Nel resto della casa, invece, nulla di simile. Il tredicenne, che dal giugno 2013 non frequentava la scuola media a cui era iscritto, già segnalato ai servizi sociali, è stato portato con un’ambulanza del 118, scortata dalla volante, al pronto soccorso pediatrico dove è stato ricoverato. E’ stato attivato anche il percorso previsto dal protocollo “Codice rosa” usato negli ospedali toscani a tutela di soggetti deboli. La madre è stata accompagnata in questura per gli accertamenti del caso venendo denunciata per maltrattamenti in famiglia.