Torino: uccide la moglie con 30 coltellate davanti all’assistente sociale

Pubblicato il 11 Maggio 2010 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA

Un uomo, di cui non è ancora stata resa nota l’identità, ha accoltellato e ucciso con trenta fendenti la moglie di 33 anni. L’omicidio è avvenuto nella mattinata di martedì 11 maggio a Collegno, nel torinese, all’interno degli uffici del Cisap, il Consorzio intercomunale dei Servizi alla persona. Il presunto autore dell’omicidio è stato fermato dai carabinieri.

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto marito e moglie si trovavano negli uffici del consorzio – in via Vacchieri 7 – per cercare di risolvere alcuni contrasti tra loro con l’aiuto degli assistenti sociali. L’allarme è scattato poco dopo le 9.30. Sul posto, insieme ai carabinieri che hanno arrestato l’assassino, è intervenuto anche il 118. I soccorsi alla donna, però, sono stati inutili.

La violenza è esplosa all’improvviso, al termine di un tranquillo colloquio di fronte all’assistente sociale che da due anni ormai seguiva la loro separazione. La vittima, una donna di 33 anni  si stava separando dal marito, 38 anni, che l’ha uccisa con trenta coltellate. L’omicidio è avvenuto sotto lo sguardo terrorizzato dell’assistente sociale. L’uomo ha estratto il coltello all’improvviso e si è accanito sulla moglie. Poi è tornato a sedersi ed ha aspettato l’arrivo dei carabinieri che lo hanno arrestato.

Fuori da quella stanza nemmeno un urlo che lasciasse immaginare l’imminente tragedia. “Conoscevamo quella coppia da tempo – hanno riferito ai militari dell’Arma alcuni impiegati del consorzio – non era la prima volta che venivano qui. Sembrava un colloquio come tanti altri, la discussione era tranquilla…”.

Alla base della violenza, con tutta probabilità c’è la questione dell’affidamento delle figlie, di cinque e sette anni,della coppia. “Era una coppia tranquilla, tutti i colloqui che aveva avuto presso il nostro consorzio erano stati civili e cordiali”, racconta il direttore del Cisap, Mauro Perino.

L’uomo, programmatore informatico che era seguito anche dai servizi psichiatrici del consorzio, accusava la moglie di avere ‘montato’ le figlie contro i nonni paterni, dove avrebbe voluto sistemarle quando sarebbe toccato a lui accudirle. Niente, però, lasciava immaginare quello che è accaduto oggi. “Nessuno si aspettava un epilogo del genere…”, aggiunge il direttore del consorzio, che segue ogni anno oltre 350 coppie in crisi. Trecento sono quelle segnalate dal Tribunale, una settantina quelle che invece chiedono aiuto in modo spontaneo. “Loro erano una di queste – conclude Perino – una coppia al di là di ogni sospetto…”.