Paderno: no al cimitero musulmano. “E dissotterrate la bimba non cristiana”

Pubblicato il 22 Aprile 2010 - 16:23 OLTRE 6 MESI FA

Aveva vissuto pochi giorni su questa terra, le era toccato di morire a Udine, in ospedale. Poi i genitori l’avevano portata a Paderno, per seppellirla. Ma i genitori avevano un “difetto”: erano musulmani. E una “pretesa”: seppellirla da musulmana. Difetto e pretesa che forse costeranno alla neonata defunta la riesumazione, c’è chi vuol togliere quel cadavere di bimba dalla tomba perchè “lì non ci può stare”. Protestano le “autorità” e protesta qualcuno della “gente” di Paderno. Protestano contro lo “scandalo e profanazione” del cimitero.

Lì qualche giorno fa il Comune aveva deciso di riservare una piccola area cimiteriale ai musulmani, come avviene in diversi paesi dell’Unione europea. Ma la decisione a molti non è piaciuta. Non l’hanno accettata i rappresentanti della Lega Nord e del Pdl , così come non ha potuto sopportarla parte della popolazione, che si è “ribellata” a “cotanto affronto”: il risultato è stato una raccolta di firme per dissotterrare la neonata. La sua sepoltura sarebbe stata “irrispettosa dei sentimenti più intimi della maggioranza della popolazione”.

Quel piccolo tumulo di terra e quel mazzo di fiori bianchi in fondo al cimitero avrebbe offeso la comunità. Al punto di portarla a chiedere di riesumare quel piccolo corpo, sepolto con cura in direzione della Mecca. La piccola aveva perso la vita all’ospedale Santa Maria della Misericordia e i genitori, due cittadini del Bangladesh, residenti a Pordenone, l’avevano portata a Udine. Avevano scelto di seppellirla a Paderno, dove finalmente c’era uno spazio per loro e per la loro fede musulmana. Il regolamento lo prevede: se si muore in ospedale si può essere sepolti nel cimitero della provincia anche se non si è residenti. Deve essere sembrata loro la scelta più giusta.

La loro era stata una cerimonia sobria e intima, dieci persone, alcuni amici di famiglia e qualche musulmano della comunità islamica di Udine. Senza clamore. Eppure la prima sepoltura con rito islamico non è piaciuta alla gente. E’ stata la popolazione a chiedere che la neonata venisse dissotterrata. “Dobbiamo verificare se nella sepoltura siano state commesse delle irregolarità, come il lavaggio in un luogo improprio di alcune parti della salma. Dal punto di vista cristiano ci sconvolge questo modo di iniziare un’epoca all’insegna dell’integrazione” sono state le parole di Loris Michelini capogruppo del Pdl al comune di Udine. “Dal punto di vista cristiano”, dice.

Non sono servite a placare le polemiche nemmeno le parole del responsabile della comunità islamica di Udine, Zubir Fellahi. “Abbiamo rispettato tutte le regole” – ha detto – la salma, come previsto dal nostro rito, è stata lavata e coperta con un lenzuolo senza cuciture in ospedale e poi trasportata in una bara fino al cimitero. Ringraziamo il comune per averci dato uno spazio all’interno di uno dei cimiteri cittadini – ha voluto ribadire – qui viviamo con le nostre famiglie e questo è per noi un atto di civiltà”.

Ma le proteste erano cominciate già prima che la piccola venisse sepolta, fin dall’annuncio della decisione presa dal Comune. “Ci eravamo fatti sentire già a settembre, quando il comune di Udine aveva deciso di destinare una parte del cimitero alle persone di religione musulmana, spiega Luca Dordolo, capogruppo del Carroccio. Raccolte 1700 firme, tra i 7 mila abitanti del quartiere di Paderno, ci eravamo presentati a gennaio in consiglio comunale con una petizione. Abbiamo voluto chiarire che la decisione di un cimitero musulmano è discriminatoria nei confronti delle altre religioni”.

“Una legge del 1990 stabilisce che i cimiteri siano aconfessionali e non si può destinare una parte ad un rito religioso in particolare. Ma soprattutto a Udine, ci sono tre cimiteri rionali dove hanno la priorità ad essere seppelliti i residenti”, fa sapere. Dunque: fuori la bimba dalla tomba per non togliere posto ai residenti e per non togliere spazio, sotto terra oltre che sopra, ai cristiani. E’ questa la nuova “religione civile” leghista.