Umbria, Molise e Lombardia le regioni più a rischio: il monitoraggio Ministero e Iss

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 17 Maggio 2020 - 19:59 OLTRE 6 MESI FA
Umbria, Molise e Lombardia le regioni più a rischio: il monitoraggio 16 maggio Ministero e Iss

Umbria, Molise e Lombardia le regioni più a rischio: il monitoraggio Ministero e Iss (Foto da report Ministero-Iss)

ROMA – Situazione Coronavirus: Italia a basso rischio, tranne Lombardia, Molise e Umbria.

Il monitoraggio pubblicato il 16 maggio sul sito del Ministero della Salute (e stilato da ministero e Istituto Superiore di Sanità) parla di tre regioni con rischio classficato come moderato.

Il sistema di monitoraggio è stato istituito per poter “modulare” le riaperture (e anche le eventuali nuove chiusure) in base ai dati territoriali delle diverse regioni.

Lo spiega bene Marco Billeci su Fanpage: le regioni dovranno raccogliere ogni giorno le informazioni su 21 parametri che descrivono lo stato delle cose, dal numero dei contagi ai ricoveri in terapia intensiva. Incrociando tra loro questi numeri, una cabina di regia coordinata dall’Iss stabilirà un livello di rischio per i vari territori, in base a cui le istituzioni dovranno poi. scegliere se si può andare avanti con le riaperture, se bisogna fermarsi o se è necessario tornare indietro.

Uno dei tre nomi era facilmente intuibile (la Lombardia conta ancora oggi, da sola, la metà dei contagi nazionali), ma gli altri due suscitano clamore.

Tutto è dovuto all’improvviso aumento dei casi nell’ultima settimana: in Molise è tutta colpa di un funerale rom, che è diventato un focolaio. 

Il dato dell’Umbria (dato che si parla di numeri bassi, se letti in termini assoluti) fa gridare allo scandalo le autorità locali.

Ecco come il report pubblicato dal Ministero di Roberto Speranza spiega questi dati:

In Molise, la classificazione settimanale è passata da bassa a moderata (probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione e un basso impatto sui servizi assistenziali) dovuto ad un nuovo focolaio di trasmissione attualmente in fase di controllo che ha prodotto un aumento nel numero di casi nella scorsa settimana. Questo si potrà riflettere in un aumento nella stima di Rt nelle prossime settimane.

In Umbria, la classificazione settimanale è passata da bassa a moderata (probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali) per un aumento nel numero di casi ed un Rt >1 seppur in un contesto ancora con una ridotta numerosità di casi segnalati e che pertanto non desta una particolare allerta.

In Lombardia, la classificazione settimanale è moderata (bassa probabilità di aumento di trasmissione e un moderato/alto impatto sui servizi assistenziali) ma si assiste a una riduzione dei segnali di sovraccarico dei servizi sanitari. In questa regione rimane elevato il numero di nuovi casi segnalati ogni settimana seppur in diminuzione. 

Secondo Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, si tratta di dati che inducono comunque all’ottimismo:

“Siamo su livelli tranquillizzanti, significa che non c’è una preoccupazione particolare. Le tre Regioni da tenere sotto controllo sono Lombardia, Molise e Umbria dove il rischio viene considerato moderato anziché basso come nel resto del Paese”.

E ancora: “Se in Lombardia, Lazio o Campania che hanno milioni di abitanti in più fosse successo quello che è accaduto in Molise (un funerale non autorizzato ha dato il via a un focolaio, ndr) sarebbe stato un vero problema»”. Insomma, per l’esperto, in vista dell’avvio della fase 2, si tratta di “un’ottima premessa. Con un approccio di riaperture graduali i livelli di rischio si sono mantenuti bassi”.

In Umbria rischio moderato. Governatore Tesei: “Assurdo” 

“Siamo all’assurdo, al paradossale. Una regione, l’Umbria, che vede 94 persone positive al coronavirus su una popolazione di quasi 900 mila abitanti, solamente 2 pazienti in terapia intensiva, una curva dei guariti in forte ascesa e quella del numero dei contagiati a picco, ma che viene incredibilmente indicata come una regione a rischio.

Perché? Perché tra gli indicatori utilizzati c’è il famigerato indice Rt che adotta un meccanismo di confronto dei numeri dei contagi settimanali che va a penalizzare proprio le regioni che sono nella fase di coda del contagio, che hanno numeri bassi in termini assoluti, ma che appaiono alti in termini percentuali”.

È quanto afferma il presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, in merito al monitoraggio del ministero della Salute e dell’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità.

“Una formula le cui lacune, per chi vive come noi la fase di uscita dal contagio – sottolinea il presidente – sono evidenti. Tra l’altro i nostri nuovi rari casi, ormai da 10 giorni ad un passo dallo zero, provengono da screening mirati che stiamo facendo proprio per evitare cluster”.

“Quello che sta subendo l’Umbria – rimarca Donatella Tesei – è un danno di immagine ingiusto per una regione che ha gestito in maniera virtuosa la Fase 1 e che è pronta a ripartire, proprio forte del suo sistema sanitario ed al numero dei contagiati. A questo, tutti noi, dobbiamo dire no”.

“Ci dobbiamo battere – sottolinea – affinché l’immagine dell’Umbria sia tutelata e venga comunicata la situazione reale, quella che vede una terra dove il contagio è sotto controllo e che si presenta sicura per i suoi cittadini e per i turisti che vorranno raggiungerci. In tal senso siamo in partenza con una campagna di comunicazione mirata. Ma ogni umbro, con i mezzi a sua disposizione, può comunicare a tutta l’Italia la realtà di una terra bellissima, tranquilla e sicura”.

“Come Regione – rende noto -, abbiamo scritto al ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità per rivedere le modalità con cui viene formulato il giudizio sulla situazione delle regioni. Un giudizio che non può prescindere da tutti i fattori, come il numero di contagi in rapporto agli abitanti, i posti ospedalieri occupati rispetto a quelli disponibili, l’eventuale presenza di focolai”.

“Non abbassiamo la guardia – conclude la presidente Tesei -, continuiamo a rispettare le regole, soprattutto del buon senso, quelle che hanno contribuito a fare della nostra regione una terra sicura. E non permettiamo capovolgimenti della realtà”.

Assessore alla Salute Umbria: “Umbri devono stare tranquilli”

“Gli umbri si devono sentire sicuri. La situazione è sotto controllo e non c’è nulla di preoccupante”: l’assessore regionale alla Salute Luca Coletto commenta così il rapporto del mistero della Salute che indica per l’Umbria “un rischio moderato”, insieme a Lombardia e Molise, per l’epidemia Covid mentre per tutte le altre è “basso”. Lo fa rispondendo all’ANSA alla quale spiega che nella regione “è stimato a 0,2 se non inferiore” il valore di R0, uno degli indicatori della diffusività dell’infezione.

“Abbiamo avviato un dialogo con il ministero della Salute chiedendo una precisazione sull’Umbria” ha detto ancora Coletto. Secondo il quale l’Rt preso in considerazione dal rapporto, un altro degli indici della pandemia, che indotto a ritenere l’Umbria a rischio “moderato”, è legato “ai casi individuati nelle scorse settimane a Terni e Giove”.

“Situazione già esaurite – ha precisato l’assessore -, nelle quali sono stati individuati e isolati anche i portatori sani. Insomma un algoritmo che non trova riscontro nella realtà umbra”. (Fonti: Ministero della Salute, Ansa, Agi, Adnkronos, Fanpage)