E’ stata confermata in appello la condanna a due anni di reclusione per Ezio Zernar, il sovrintendente di polizia accusato di aver manipolato un reperto, un lamierino, prelevato da un ordigno inesploso attribuito a Unabomber. La conferma della condanna era stata chiesta al termine della requisitoria dal Pg Gabriele Ferrari nei confronti di Zernar, all’epoca dei fatti responsabile del Laboratorio di indagini criminalistiche della procura di Venezia, imputato di falso ideologico e frode processuale. La difesa aveva chiesto invece l’assoluzione. La sentenza d’appello è stata emessa dopo due ore e mezzo di camera di consiglio.
La manomissione, avvenuta nel 2006, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe stata funzionale a dare una svolta alle indagini nei confronti di Elvo Zornitta, l’ingegnere di Azzano Decimo (Pordenone) all’epoca indagato nell’inchiesta su Unabomber, il misterioso bombarolo autore di una serie di attentati compiuti a cavallo tra Veneto e Friuli. L’inchiesta su Zornitta è stata archiviata dalla procura di Trieste.
La manomissione del lamierino, parte di un ordigno inesploso trovato su un inginocchiatoio in una chiesa a Portogruaro (Venezia) il primo aprile 2004, sarebbe stato compiuto due anni dopo usando una forbice sequestrata nel laboratorio dell’abitazione di Zornitta. Secondo quanto scritto nella motivazione della sentenza di primo grado, Zernar sarebbe stato ”frustrato” dal fatto che le indagini non riuscivano a trovare elementi certi per incastrare Unabomber e voleva essere lui a risolvere un’indagine che da anni teneva impegnate due procure, Trieste e Venezia, e un pool di investigatori.
In sostanza, avrebbe agito, come riporta la motivazione della sentenza emessa il 4 luglio 2009, ”per la volontà di dimostrarsi in grado di risolvere lui solo e da solo un caso clamoroso”. Ma anche dal senso di frustrazione provato dopo l’attentato del maggio 2006 attribuito a Unabomber che mutilò la mano di un giovane, a Caorle (Venezia). L’avvocato Emanuele Fragasso, legale di Zernar, ha rinviato ogni commento alla lettura delle motivazioni della sentenza d’appello, ma ha gia’ annunciato il ricorso per Cassazione.
Da parte sua, l’avvocato Maurizio Paniz, legale di parte civile per Zornitta, ha espresso rispetto per la sentenza ma ha anche detto di ”essere sempre stato convinto delle responsabilità di Zernar, dell’alterazione della prova”. ”Per Zornitta – ha aggiunto – è una soddisfazione solo morale. La devastazione che ha avuto nella sua vita, personale e professionale, da questa vicenda è senza prezzo”. un giudizio critico sulla decisione dei giudici d’appello è stato fatto da Franco Maccari, segretario del Coisp, che ha parlato di Zernar come di ”un capro espiatorio” visto che non e’ stato trovato Unabomber ed ha manifestato vicinanza e solidarietà all’imputato.