Più tasse, corsi di laurea cancellati: la riforma Gelmini manda in caos l’Università

Pubblicato il 24 Marzo 2011 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La riforma dell’Università del ministro Gelmini comincia a cambiare l’Università e non mancano disagi, proteste e preoccupazioni di docenti e studenti. Con conseguenze che il quotidiano Repubblica ha messo in evidenza in un’inchiesta.

Accorpamenti e tagli. Il ministro lo ha sempre detto, i corsi di laurea inutili saranno cancellati o accorpati per razionalizzare l’intero sistema. Proposito nobile, ma gli effetti ora sono piuttosto drastici, facendo preoccupare migliaia di studenti. Per esempio a Bologna nel 2013 le attuali 23 facoltà dovrebbero dimezzarsi, arrivando a 12.

Riduzione degli appelli. Dai canonici 5 appelli ordinari e 2 straordinari nell’anno accademico, si passerà in breve 4 ordinari e 2 straordinari, con la conseguenza che aumenteranno i ripetenti e i fuoricorso.

Ricerca ma non per tutti. Secondo la legge Gelmini ai progetti di ricerca possono partecipare solo alcune figure, escludendo assegnisti e tutti coloro che non rientrano nelle strutture accademiche. Gli studenti triennali, in questo modo, possono svolgere solo ricerche sulla tesi, chi invece sta volgendo progetti di ricerca rischia di non avere la copertura legale per continuare.

Tasse in aumento. Il ministro ha escluso ritocchi delle tasse, ma i singoli atenei si stanno organizzando per far fronte ai tagli. L’Università romana di Tor Vergata, per esempio, nel febbraio scorso ha aumentato le tasse del 13% per tutti, indipendentemente dalle fasce di reddito.