Uranio impoverito. Luigi Sorrentino, caporalmaggiore dell’Esercito suicida: si era ammalato di leucemia

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Ottobre 2018 - 15:50 OLTRE 6 MESI FA
Uranio impoverito militari italiani

(Foto Ansa)

TORINO – Luigi Sorrentino si era ammalato di leucemia mentre faceva il militare, a causa dell’uranio impoverito con cui era entrato in contatto in decine di missioni all’estero. Malgrado la malattia, questo caporalmaggiore dell’Esercito 40 anni aveva chiesto il reintegro nell’esercito senza ottenerlo. Sorrentino aveva anche presentato un ricorso al Tar del Piemonte per ottenre la causa di servizio, cioè i benefici economici che vengono dati ai militari e ai dipendenti dello stato che subiscono dei danni provocati dal tipo di lavoro che svolgono. 

Sorrentino, due sere fa si è tolto la vita nel suo appartamento al quinto piano di un palazzo di via Rosta, zona Cit Turin, a Torino, Il quarantenne che nella sua carriera militare ha preso parte a missioni in qualsiasi teatro di conflitto, passando dal Kosovo e arrivando all’Afghanistan, non ha lasciato biglietti per spiegare il suo gesto ma il sospetto che tutto sia ricollegato alla malattia e al mancato reintegro è forte.

La sera di martedì 23 ottobre, in via Rosta è arrivata la polizia che non ha dubbi che si sia trattato di un suicidio. Restano però da confermare le motivazioni. Del mancato reintegro aveva parlato con alcuni amici.

L’uranio impoverito, usato nelle munizioni, è stato al centro di un’inchiesta e sono molti i militari che si sono ammalati per averlo utilizzato. Proprio in queste settimane è stata confermata in Cassazione la sentenza con cui la Corte d’appello di Roma, nel 2016, aveva ritenuto esistenti sia il “collegamento” tra l’attività prestata in missione in Bosnia dal caporalmaggiore Salvatore Vacca e la leucemia di cui il militare 23enne, originario della Sardegna, morì nel settembre 1999, sia il “nesso causale” tra il “comportamento colposo dell’Autorità militare” e la patologia, legata quindi agli effetti dell’uranio impoverito.