Ustica, ministeri condannati: 100 milioni di risarcimento

Pubblicato il 12 Settembre 2011 - 18:46 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – I ministeri della Difesa e dei Trasporti sono stati condannati dal Tribunale Civile di Palermo (Giudice Paola Protopisani) al risarcimento di oltre cento milioni di euro per 81 parenti delle vittime della strage di Ustica difesi dagli avvocati Alfredo Galasso, Daniele Osnato, Massimiliano Pace, Giuseppe Incandela, Fabrizio e Vanessa Fallica, Gianfranco Paris.

Il Tribunale, ricostruendo i fatti accaduti la sera del 27 giugno 1980, che recentemente avevano visto nuovi testimoni ha ritenuti responsabili i ministeri per non avere garantito la sicurezza del volo civile della compagnia aerea Itavia, ma anche per l’occultamento della verita’ con depistaggi e distruzione di atti.

”La sentenza – dicono gli avvocati -è stata depositata all’esito di una lunga ed articolata istruttoria, durata circa tre anni, nella quale il Tribunale ha avuto modo di apprezzare e valutare tutte le emergenze probatorie già emerse nel procedimento penale”.

Secondo i legali dei parenti delle vittime della strage di Ustica, ”il risultato della vicenda processuale rende giustizia per la ultratrentennale tortura che i parenti delle vittime hanno dovuto subire ogni giorno della loro vita anche a causa dei numerosi e comprovati depistaggi di alcuni soggetti deviati dello Stato”. La sentenza potrebbe inoltre aprire apre un nuovo percorso per la ricerca della verita’. Infatti, sempre secondo i legali, fu un missile – probabilmente di nazionalita’ francese o statunitense – ad abbattere il volo del DC9 Itavia, come alcuni testimoni, tra cui l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, hanno affermato durante il processo. ”Ci si auspica vivamente – proseguono gli avvocati – che chi di dovere, nell’ambito delle proprie attribuzioni parlamentari, avvii ogni opportuna, ed a questo punto indefettibile, azione nei confronti della Francia e degli Stati Uniti affinche’ sia finalmente ammessa, dopo piu’ di un trentennio, la responsabilità per il gravissimo attentato”.

I legali auspicano inoltre che ”in concomitanza della caduta del regime di Gheddafi, la nazione sia direttamente informata del contenuto degli archivi dei servizi segreti libici nei quali si ha ragione di ritenere che siano contenuti ulteriori documentazioni rilevanti sul fatto. E cio’ consentendosi un accesso diretto da parte dell’Italia senza alcuna manomissione”.