Vaccini seconda dose under 60: il Lazio fa da sé, il 10% rifiuta l’eterologa, potrà rifare AstraZeneca

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2021 - 09:18 OLTRE 6 MESI FA
Vaccini seconda dose lazio

Vaccini seconda dose Lazio (Ansa)

Vaccini seconda dose under 60: il Lazio fa da sé. Sono oltre 8mila in tre giorni i richiami ‘eterologhi’ nel Lazio, ossia le seconde dosi effettuate con Pfizer o Moderna ad under 60 vaccinati con una prima dose di Astrazeneca. C’è però chi vorrebbe completare il ciclo vaccinale con lo stesso vaccino.

Vaccini seconda dose under 60: il Lazio fa da sé

E la Regione, a dispetto della circolare del Ministero della Salute, ha deciso di accontentarle questa quota di popolazione. Che avrebbe dovuto fare la seconda dose eterologa, cioè Pfizer e Moderna appunto, e invece, la farà ancora con AstraZeneca.

L’assessore regionale alla Salute D’Amato nega con forza “disallineamenti” con le indicazioni nazionali.

Nel Lazio il 10% rifiuta l’eterologa, potrà rifare AstraZeneca

“Non c’è alcuna contrapposizione tra la decisione assunta dal Ministero della Salute e la Regione. Il tema è che vi è una quota di cittadini, ad oggi stimata intorno al 10%, nella fascia d’età 50/59 anni che rifiuta il mix eterologo”.

Per l’assessore, “il punto è avere indicazioni chiare su come trattare questa quota, che merita la medesima attenzione di tutti gli altri e che non può rimanere nel limbo”.

Alla sollecitazione del Corriere della Sera – appunto il “disallineamento” con la circolare ministeriale – , l’assessore risponde irritato.

“Non possiamo obbligarli”

“Ma quale disallineati!”, dice l’assessore, puntando piuttosto il dito contro la poca chiarezza delle indicazioni nazionali. Sostiene D’Amato che circolare ministeriale e parere dell’Agenzia del Farmaco (Aifa) sono discordanti.

“La prima è perentoria, la seconda è possibilista, basta leggere bene l’articolo 2. Non esclude che il medico possa decidere in scienza e coscienza quale tipo di vaccino somministrare avvalendosi del meccanismo dell’off label (prescrizione non contenuta nel bugiardino). Oppure dobbiamo ricorrere all’obbligo?”. 

L’assessore aveva già spiegato la soluzione-compromesso assunta dalla Regione Lazio. “Abbiamo sottoposto all’attenzione del Ministero della Salute un’ipotesi di consenso informato, per permettere il completamento della vaccinazione.

Soprattutto in un momento in cui circolano varianti che potrebbero inficiare il percorso che ci porterà verso l’immunità”. Intanto sono 4,4 milioni le somministrazioni complessive nel Lazio e oltre 1.550.000 le seconde dosi.