Vaiolo delle scimmie, come si manifesta e quali sintomi: attenzione a mal di testa e bolle su viso, mani e piedi

Dopo il primo caso a Roma di vaiolo delle scimmie, l’attenzione nella capitale è alta: fra i primi sintomi ci sono cefalea, mal di testa e sfoghi cutanei.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Maggio 2022 - 08:33 OLTRE 6 MESI FA
Vaiolo delle scimmie

Vaiolo delle scimmie, come si manifesta e quali sintomi: attenzione a mal di testa e bolle su viso, mani e piedi (foto ANSA)

Sta salendo il numero di casi confermati in Europa del vaiolo delle scimmie, una malattia virale simile al virus del vaiolo umano e così chiamata perché identificata per la prima volta in questi animali. 

Da quando è stato identificato il primo caso italiano di vaiolo nelle scimmie in un paziente ricoverato nell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Spallanzani (di ritorno dalle Canarie), l’attenzione negli ospedali di Roma è altissima. Aumentano i casi del virus Monkeypox che, dalle scorse settimane, si sta diffondendo in Europa, soprattutto in Regno Unito, Spagna e Portogallo e negli Stati Uniti. Il personale sanitario è pronto all’attivazione di nuovi protocolli e, come si legge in un articolo de il Messaggero, la priorità adesso è quella di individuare i casi sospetti e isolarli.

I sintomi del vaiolo delle scimmie

Come ha dichiarato al quotidiano il direttore di medicina d’emergenza della Asl Roma 3 e presidente Simeu (Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza) Giulio Maria Ricciuto, i primi sintomi che manifesta il vaiolo delle scimmie sono febbre alta e cefalea, ma non solo: “Il personale di primo soccorso dovrà prestare la massima attenzione soprattutto agli sfoghi cutanei. In particolare sul viso, sui palmi delle mani e sotto le piante dei piedi – specifica Ricciuto – perché con il progredire della malattia, nei primi giorni c’è la comparsa di bolle in queste zone”.

Proprio le bolle possono aiutare ad individuare in tempi brevi l’infezione: “Si tratta infatti di eruzioni cutanee molto specifiche che ricordano le bolle della varicella o del morbillo. A quel punto l’ordine è di procedere con esami specifici di laboratorio e in caso di conferma, il paziente andrà isolato”.

La diagnosi è fondamentale: “Si tratta comunque di una malattia curabile” ha spiegato Ricciuto. Nelle prossime settimane si potrà capire come evolverà la situazione: “Non sarà una nuova pandemia, la trasmissione di questo virus non è come quella del Covid. Ma c’è da prestare attenzione perché sappiamo che si trasmette per via aerea e attraverso i liquidi biologici. Inoltre la direttiva in questi casi è molto chiara: i malati di vaiolo devono essere isolati e assistiti con cure di supporto durante i periodi infettivi presunti e noti”.

Come si trasmette e mortalità

La trasmissione da uomo a uomo, si ritiene avvenga principalmente per via aerea, attraverso i droplet respiratori, oltre al contatto diretto con fluidi corporei o il materiale della lesione, e il contatto indiretto con il materiale della lesione (ad esempio attraverso le lenzuola). Il virus entra nell’organismo attraverso la pelle lesa (anche se non visibile la lesione), le vie respiratorie e le mucose (occhi, naso o bocca). La trasmissione attraverso le particelle respiratorie richiede un contatto faccia a faccia prolungato, il che mette a maggior rischio gli operatori sanitari e i membri della famiglia dei casi positivi. La catena di trasmissione più lunga documentata in una comunità è stata di sei infezioni successive da persona a persona. La trasmissione può avvenire anche attraverso la placenta dalla madre al feto (vaiolo delle scimmie congenito).

Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. Il serbatoio dell’animale rimane sconosciuto, anche se è probabile che sia tra i roditori. Il contatto con animali vivi e morti attraverso la caccia e il consumo di selvaggina o carne di arbusti sono noti fattori di rischio. Esistono due famiglie di virus del vaiolo delle scimmie: quella dell’Africa occidentale e quella del bacino del Congo (Africa centrale).

Sebbene l’infezione da virus del vaiolo delle scimmie dell’Africa occidentale a volte porti a malattie gravi in alcuni individui, la malattia è solitamente autolimitante. È stato documentato che il tasso di mortalità per la famiglia dell’Africa occidentale è di circa l’1%, mentre per quella del bacino del Congo può arrivare fino al 10%.

Come si cura

Ad oggi non esiste alcun trattamento comprovato e sicuro per trattare l’infezione da virus del vaiolo delle scimmie. Per la prevenzione è possibile utilizzare il vaccino contro il vaiolo umano che, dai dati provenienti dall’Africa pare abbia un’efficacia pari almeno all’85% nella prevenzione della malattia, proprio perché il patogeno (monkeypox virus) è strettamente correlato a quello del vaiolo umano (variola virus). Gli esperti ritengono che l’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie nell’uomo possa essere dovuto alla cessazione delle campagne di vaccinazione dopo l’eradicazione del vaiolo umano, in quanto il vaccino contribuiva a proteggere  le persone dal vaiolo delle scimmie.

Riguardo al trattamento dell’infezione, non esistono farmaci specifici ma si utilizzano medicinali volti principalmente ad alleviare i sintomi della malattia. Alcuni antivirali possono essere utili nel contrastare l’infezione, come il tecovirimat, cidofovir o brincidofovir, anche se ad oggi non esistono studi relativi all’uso specifico per il vaiolo delle scimmie.