Scialpinista friulano travolto dalla neve esce dal coma dopo 4 mesi. Ora deve rispondere di “valanga colposa”

Pubblicato il 16 Giugno 2010 - 18:47| Aggiornato il 17 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

E’ uscito dal coma, dopo 4 mesi di ricovero, un quarantesettenne friulano che era stato salvato dopo essere rimasto sotto una valanga il 7 febbraio scorso.

Roberto Pasut, di Porcia (Pordenone), ha pronunciato nel suo letto d’ospedale le prime frasi di senso compiuto davanti ai familiari. La notizia del ‘risveglio’ dello scialpinista è stata data oggi dal Soccorso Alpino delle Dolomiti Bellunesi, informato del fatto da una sorella del paziente.

Nell’incidente, avvenuto sul Cimon di Palantina, una montagna dell’Alpago (Belluno), era morto un amico di Pasut, Riccardo Quaroni, 50 anni, di Arzene (Pordenone), con il quale stava compiendo un escursione scialpinistica. Un terzo componente della comitiva, Sergio Pilot (39), di Pasiano (Pordenone), era rimasto illeso.

Pasut, che era privo del sistema di segnalazione Arva, era stato trovato dai soccorritori solo dopo due ore e mezzo di ricerca sul fronte della valanga, sepolto sotto quasi un metro di neve compatta. Portato all’ospedale di Treviso in stato di incoscienza, l’uomo era stato definito in condizioni disperate.

Vinta la battaglia per la vita, lo scialpinista friulano dovrà affrontare più avanti quella con la giustizia. Per il distacco della slavina, che provocò la morte di Quaroni, Pasut e l’altro superstite sono stati infatti indagati dalla Procura di Belluno per il reato di valanga colposa, perché non avrebbero tenuto conto del pericolo diffuso di distacchi di masse di neve segnalato in quella giornata dai servizi di previsione meteo per la montagna.

Nell’intervento di soccorso sulla Palantina era stati impegnati 47 operatori del Soccorso alpino, tre unità cinofile da valanga e 5 elicotteri.