Valentino Talluto, vittima contagiata da Hiv lo inchioda: “Da lui solo bugie”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Aprile 2017 - 14:21 OLTRE 6 MESI FA
Valentino Talluto, vittima contagiata da Hiv lo inchioda: "Da lui solo bugie"

Valentino Talluto, vittima contagiata da Hiv lo inchioda: “Da lui solo bugie”

ROMA – “Mi ha sempre detto di stare bene, da lui ho avuto solo bugie”. Una delle vittime di Valentino Talluto, l’untore seriale che ha trasmesso l’Hiv ad almeno 33 donne a Roma, racconta la sua storia davanti alla Corte d’Assise la mattina del 5 aprile. La donna, di circa 30 anni, aveva conosciuto Talluto in chat e aveva intrapreso con lui una relazione, durante il quale l’uomo l’ha contagiata. L’untore era a conoscenza della sua sieropositività dal 2006, ma ha continuato ad avere rapporti non protetti con le sue partner, consapevole del rischio di contagiarle.

Giulio De Santis sul Corriere della Sera scrive che Valentino Talluto è accusato di epidemia dolosa e a parlare stavolta in aula davanti ai giudici è una delle sue 33 “fidanzate”, che racconta il contagio e l’abbandono:

“Gli amici mi hanno abbandonato, scappano perché sono sieropositiva. Anche Valentino mi ha abbandonato nonostante l’amassi – ha rivelato la donna, la prima a raccontare la sua tragedia davanti alla Corte d’assise – . Mi ha contagiata obbligandomi a non usare il preservativo, poi mi ha riempito di bugie inviandomi un certificato medico falso dove era scritto che lui stava bene e infine mi ha preferito un’altra”.

La vittima dell’untore ha parlato per 40 minuti, raccontando di averlo conosciuto in chat e di averlo frequentato per tempo. La giovane donna prendeva la pillola e cedette alla richiesta dell’uomo di avere rapporti non protetti. Quando ha scoperto di essere sieropositiva gli ha chiesto spiegazioni, ma lui ha presentato un falso certificato medico in cui diceva di godere di buona salute:

“Tornammo a frequentarci e io facevo tutto quello che mi chiedeva per tenerlo vicino a me. Avevamo sempre rapporti non protetti perché diceva di essere allergico al lattice ed io usavo la pillola, convinta di proteggermi. Non volevo perderlo un’altra volta. La mia favola è andata in frantumi il giorno in cui ho scoperto di essere sieropositiva. Gli chiesi spiegazioni, mi rispose di essere in buona salute e si spinse perfino a mandarmi un certificato medico che lo confermava. Quella scrittura si è rivelata un falso. Aveva modificato la documentazione di una persona che gli era vicina. Poi è sparito per un’altra”.

Intanto l’associazione Bon’t worry onlus si  è dichiarata parte civile nel processo in difesa delle donne discriminate e altri particolari emergono dalla vicenda in aula, come il bimbo contagiato in modo indiretto e il fatto che Valentino Talluto sapeva della sua malattia:

“«C’è un altro dramma in questa vicenda, ed è quello di un bambino, sofferente di encefalopatia, contagiato in modo indiretto da Talluto», ha ricordato la presidente Bo Guerreschi, presente in aula insieme all’avvocato Lucia D’Amico, rappresentante legale della onlus. Nel corso dell’udienza ha parlato anche la dottoressa dello Spallanzani che ha avuto in cura Talluto. Il medico ha riferito che Valentino era consapevole della sieropositività fin dal 2006. Infine è stata sentita l’ispettrice della polizia giudiziaria Francesca Maiulo, a capo delle indagini, che ha ammesso di non essere per nulla certa del numero delle vittime contagiate, perché ce ne potrebbero essere altre che si vergognano di rivelare il proprio dramma”.