Vannoni imbroglio anche al giudice. Stamina la fa in Georgia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Ottobre 2016 - 14:15 OLTRE 6 MESI FA
Vannoni imbroglio anche al giudice. Stamina la fa in Georgia

Vannoni imbroglio anche al giudice. Stamina la fa in Georgia (nella foto Ansa, Davide Vannoni)

ROMA – Vannoni, era il marzo del 2015 quando veniva condannato da un Tribunale italiano. Condannato a 22 mesi, condanna detentiva lieve rispetto alle accuse e lieve perché aveva patteggiato, sottoscritto un vero e proprio patto giudiziario con il giudice appunto. Il patto prevedeva che Vannoni non avrebbe più replicato il reato, cioè non avrebbe più praticato infusioni illudendo malati di patologie degenerative. Non avrebbe più piazzato e venduto la cura Stamina che cura non è. Questo era il patto: poca condanna in cambio di mai più Stamina. Mai più in Italia e, nero su bianco, mai più neanche all’estero.

Bene, Vannoni ha applicato anche al patto da lui sottoscritto il metodo Stamina: vendere e promettere una realtà e un futuro che non esistono. E sapendolo bene che non esistono. Come documentato dal servizio mandato in onda dal tg di Enrico Mentana, Vannoni e la sua équipe (condannati compresi) è all’opera in Georgia. Qui in un’ala dell’ospedale servito e riverito da assistenti locali cui non pare vera la pioggia di soldi che Vannoni procura, arrivano i pazienti che Vannoni lo hanno cercato, contattato e trovato su facebook.

Arrivano per farsi praticare la cosiddetta cura Stamina, quella condannata come imbroglio in Italia, quella che Vannoni si era impegnato a non praticare più in cambio di pena lieve come ricorda il magistrato Raffaele Guariniello che su di lui aveva indagato.

Arrivano i pazienti e arrivano i parenti dei pazienti. Il servizio del Tg7 racconta di un malato di Sla il cui fratello è andato da Vannoni in Georgia per farsi prelevare midollo spinale da inoculare al malato appunto. Rischi sanitari da prendersi e soprattutto soldi alla mano. La tariffa è tre infusioni 18 mila euro, sconto se si fa il pacchetto di cinque infusioni. Come al supermercato o da Calzedonia, come quando compri i biscotti o i calzini.

Il paziente in questione si chiama Andrea Zicchieri, si è lamentato con Vannoni perché la cura (si fa per dire) non ha avuto alcun effetto. Vannoni gli ha risposto con un sostanziale peggio per te e comunque con un “sono incazzatissimo” per il casino che sollevi. Comprensibile, hai visto mai qualcuno nella magistratura italiana si ricordi del patto giudiziario violato da Vannoni e decida che violare un patto fatto con il giudice non è una furbata ma un reato?