Variante inglese porta zona rossa e lockdown locali: a Pescara e Roccagorga (Latina) record di contagi

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 16 Febbraio 2021 - 08:14 OLTRE 6 MESI FA
Variante inglese porta zona rossa e lockdown locali: a Pescara e Roccagorga (Latina) record di contagi

Variante inglese porta zona rossa e lockdown locali: a Pescara e Roccagorga (Latina) record di contagi (Foto d’archivio Ansa)

La variante inglese porta zona rossa e lockdown locali. In Italia gli ultimi due esempi sono Pescara e Roccagorga (Latina). In queste aree il record di contagi è stato subito associato alla versione britannica del virus. Che sembra essere più contagiosa e più virulenta. Ancora da certificare la sua presunta resistenza ai vaccini.

Fatto sta che, mentre il Comitato Tecnico Scientifico (almeno una parte) chiede il lockdown, e l’Iss invita a non allentare le misure, ci sono delle zone d’Italia che giocoforza devono chiudere. La linea che poi sostengono gli esperti del Cts anti lockdown. Per esempio Ippolito e Vaia dello Spallanzani ritengono che il criterio dei colori stia funzionando. E che sia necessario continuare a circoscrivere le misure restrittive.

A Roccagorga ci sono i militari per evitare che si entri o si esca dalla città. A Pescara e in alcuni comuni della provincia il tasso di contagio è schizzato negli ultimi giorni. Alcuni di questi comuni sono già in zona rossa. Ma è probabile che il governatore Marsilio emani presto nuove ordinanze in tal senso.

Variante inglese: Roccagorga in zona rossa

Da ieri i militari presidiano i confini di Roccagorga, paese di circa 4mila abitanti in provincia di Latina. Il numero di contagi e il sospetto che anche qui sia arrivata la variante inglese ha spinto la Regione Lazio a proclamare la zona rossa.

Quindi, attività chiuse, posti di blocco e autocertificazioni, mentre tra i cittadini serpeggiano timori e sconcerto. La sindaca Annunziata Piccaro non lo nasconde: “La sensazione di incertezza, preoccupazione e dolore per la nostra comunità pervade tutti noi”.

La variante inglese è un sospetto concreto, ma si attendono ancora le ultime analisi. Solo ieri sul profilo Facebook del Comune si leggeva: “Il lavoro dell’Istituto Spallanzani procede incessantemente ed i primi risultati insieme all’alta incidenza del contagio e alla diffusività tra i bambini non fa stare tranquilli”.

La sindaca, che è anche presidente dell’Ordine degli infermieri di Latina, in un video ha chiarito: “Ci hanno comunicato che al 90 per cento si tratta di variante inglese, ma ancora devono arrivare le risultanze dallo Spallanzani”.

Nell’attesa del verdetto, il paese si sta organizzando in una nuova dimensione che durerà due settimane. Bar e ristoranti sono attivi solo per l’asporto e le consegne a domicilio. Al mercato stop alla vendita di generi non alimentari. Sospesi i richiami dei vaccini (non le prime vaccinazioni). Didattica a distanza per le scuole. Le tre tabaccherie del paese si sono messe d’accordo per spegnere i terminali del lotto istantaneo, che potevano essere un incentivo a stazionare al loro interno. E il Comune sta valutando se chiudere anche anche il cimitero.

Variante inglese: Pescara in zona rossa chiede il lockdown

Impennata di contagi a Pescara, che ha registrato ancora il record di nuovi casi. La provincia, insieme a quella di Chieti, è in zona rossa da San Valentino. Preoccupa l’area metropolitana, dove dilaga la variante inglese. A cui – secondo le ultime stime del laboratorio di Genetica molecolare dell’Università di Chieti – è riconducibile il 65% dei contagi, percentuale in aumento rispetto ai giorni scorsi.

“La variante è ora dominante”, afferma il direttore della struttura, Liborio Stuppia, secondo cui nella zona serve un “lockdown duro“. Si tratterebbe di una delle aree d’Italia in cui la variante sta circolando di più. I nuovi casi registrati in provincia di Pescara sono 308, dato che supera il record precedente di 303 del 6 febbraio. Dei nuovi positivi 67 hanno meno di 19 anni. A livello provinciale, dopo Pescara c’è Chieti, con un incremento di 119 contagi (34 dei quali relativi ad under 19).

La località con più nuovi casi è Pescara, con 105 contagi. Seguono gli altri comuni dell’area metropolitana, tra cui Montesilvano (47), Chieti (34), Cepagatti (28), Francavilla al Mare (21). Fortissima la pressione sull’ospedale di Pescara, dove tutta la catena di gestione dell’emergenza – dal 118 al pronto soccorso alle aree di degenza – è in tilt. Al completo, ormai da giorni, il Covid Hospital: decine i pazienti già trasferiti in altre strutture. Ricoverati anche 30enni e 40enni con sintomi importanti.

A livello regionale i nuovi casi sono 533. Sono emersi dall’analisi di 3.367 tamponi molecolari: è risultato positivo il 15,83% dei campioni. Per vedere percentuali così alte bisogna tornare indietro alla metà di novembre 2020, ai giorni più duri della seconda ondata. 12 i decessi, che fanno salire il bilancio delle vittime a 1.575. I nuovi positivi hanno età compresa tra 4 mesi e 97 anni. Quelli con meno di 19 anni sono 125: 11 in provincia dell’Aquila, 67 in provincia di Pescara, 34 in provincia di Chieti e 13 in provincia di Teramo.

I dodici decessi riguardano persone di età compresa tra 73 e 88 anni: due in provincia di Chieti, due in provincia dell’Aquila, cinque in provincia di Teramo e tre in provincia di Pescara. Aumentano rapidamente gli attualmente positivi al virus, che sfiorano quota 12mila: sono 329 in più, per un totale di 11.977 persone. Il tasso di occupazione delle terapie intensive raggiunge la soglia di allarme del 30%: alla luce dell’ultimo aggiornamento sono occupati 57 posti letto, pari al 30,16% dei 189 complessivamente disponibili nelle quattro Asl.

La regione era al di sotto del valore limite ormai da due mesi, ma con il repentino aumento dei contagi degli ultimi giorni cresce anche il numero dei pazienti più gravi. In particolare, 537 pazienti (-10 rispetto a ieri) sono in terapia non intensiva e 57 – cinque in più rispetto a ieri, al netto di decessi, dimissioni e nove nuovi ricoveri – sono in terapia intensiva. Gli altri 11.383 (+334) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.