Venezia, iniezioni di acqua di mare contro l’alta marea

Pubblicato il 13 Gennaio 2012 - 16:20 OLTRE 6 MESI FA

Venezia (Foto LaPresse)

PADOVA – Sollevare Venezia per salvarla dall’acqua alta: è l’idea dell’Università di Padova, che ha pensato ad un progetto alternativo al Mose ( cioè le dighe con 78 paratoie mobili per chiudere le tre bocche della laguna in caso di maree molto alte) per salvare la città lagunare.

L’idea consiste nell’iniezione di acqua marina in profondità nel sottosuolo attraverso dodici pozzi intorno alla città. L’acqua verrebbe iniettata negli strati compresi tra 650 metri e 1000 metri sotto il fondale lagunare: in questo modo si otterrebbe un rigonfiamento uniforme per portare calli e campielli 25-30 centimetri più in alto rispetto al loro livello attuale.

Spiega il professor Giuseppe Gambolati, che ha condotto lo studio, al Corriere della Sera: “I dodici pozzi sono distribuiti lungo una circonferenza che racchiude Venezia, del diametro di 10 km. Nel corso di dieci anni verrebbero iniettati 150 milioni di metri cubi d’acqua marina, che piano piano infiltrandosi negli strati posti tra 650 e 1000 metri di profondità, determinerebbe un aumento della pressione tra strati compressi che in superficie darebbe come risultato il sollevamento di Venezia, valutato tra 25 e 30 centimetri”.

“I costi”, spiega Gambolati, “sono compresi tra 200 e 300 milioni di euro, tenendo presente che il Mose è costato finora 5 miliardi. Ma il progetto di sollevare Venezia non è in contrasto con quello del Mose, ma complementare.  Credo che realisticamente il progetto del sollevamento possa essere preso in considerazione quando i lavori del Mose saranno conclusi, ma un progetto pilota potrebbe essere realizzato con una spesa di circa 20-30 milioni di euro”.