Venezia-Mestre, via libera al referendum sul divorzio: è la quinta volta

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Febbraio 2017 - 15:42 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Dopo l’accesso a numero chiuso per i turisti,  Venezia chiude le porte anche ai suoi stessi concittadini, quelli che stanno sulla terraferma. La Regione Veneto ha infatti approvato il referendum per la separazione di Venezia da Mestre. Un divorzio, finora sempre bocciato, che per la quinta volta sarà proposto alla cittadinanza. Tre anni dopo l’ultima raccolta firme, il Consiglio regionale del Veneto ha riconosciuto la validità del quesito referendario con 34 voti a favore, due contrari e un astenuto.

A favore hanno votato Lega Nord, Lista Zaia, Fdi-An, Siamo Veneto, Tosiani e M5s. Contrari due esponenti di Forza Italia, uno si è astenuto. Sono usciti dall’aula i consiglieri Pd, Lista Moretti, Area Popolare e Veneto civico. Ora il fascicolo passa alla Giunta che dovrà indire la consultazione.

Marco Sitran, avvocato e promotore della proposta separatista, spiega alla Nuova Venezia, che la data ipotetica per la chiamata alle urne potrebbe essere in ottobre:

“Per una questione di risparmio, si dovranno unificare le consultazioni con quella per l’autonomia del Veneto. Si punta all’election day”.

A chi gli fa notare che il referendum potrebbe essere in contrasto con la Legge Delrio, Sitran risponde categorico:

“Assolutamente no. Sono due percorsi paralleli che non si incrociano. La legge Delrio prevede lo scorporo del comune qualora si voglia votare il sindaco metropolitano. Non mi pare questo il caso”.

E aggiunge:

“Oggi il mondo è cambiato, le condizioni di Venezia e soprattutto di Mestre sono a un bivio. L’unico modo per salvarle è dare loro autonomia decisionale. Venezia potrà diventare una città-Stato, Mestre pagherà tasse”

Nessun dispiacere per chi resta sulla Terraferma, a Mestre la separazione la vogliono,

“più ancora che a Venezia. Hanno capito che l’unione è un freno allo sviluppo. E Venezia non può essere governata da chi non la conosce”.