Venezia, uccide il padre poi chiama la madre: “Ho fatto qualcosa di brutto”

Pubblicato il 8 Aprile 2011 - 20:42 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – ”Ho fatto qualcosa di brutto”: così Filippo Longo, 22 anni, ha chiesto aiuto alla madre dopo aver ucciso a coltellate il padre Moreno, geometra di 55 anni, nella sua casa di Dolo (Venezia). La confessione spontanea fatta per telefono alla mamma, separata dal compagno con cui non era sposata, Filippo l’ha poi ripetuta ai carabinieri e al Pm Paola Tonini, che lo hanno fermato con l’ipotesi di reato di omicidio volontario.

Movente del delitto i dissapori e le liti continue tra padre e figlio cresciute nei toni e nella violenza per le continue richieste di denaro del ragazzo, che il genitore non voleva più soddisfare. Tutto si è consumato ad ora di pranzo. Padre e figlio sono nella casette a schiera di due piani di colore bianco, tra gli alberi, dove abitano. Scatta l’ennesima lite e il giovane impugna un coltello da cucina con il quale colpisce il genitore, che cade in una pozza di sangue sulle scale che collegano il piano terra a quello superiore.

Filippo fugge e come prima cosa corre a Pianiga dove ha casa la madre. Non la trova nell’abitazione perché è al lavoro; allora la chiama al telefono e le racconta l’accaduto. Appena riattacca è proprio la donna che chiama i carabinieri. I militari entrano nella casa di Dolo, scoprono il delitto e trovano pure l’arma. Poi a Pianiga raggiungono il ragazzo, lo prelevano e lo portano in caserma. Davanti ai carabinieri le prime ammissioni, poi la confessione piena e quindi il trasferimento in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Filippo si era iscritto all’università e poi aveva cominciato a fare qualche lavoretto per un mobilificio della zona. Ma i soldi, evidentemente, non gli bastavano mai. Di qui le continue richieste al padre che però aveva deciso di non dare piu’ nulla al figlio, scatenando la sua furia omicida.