BOLOGNA – Due persone sono state fermate per la morte di Consolato Ingenuo, l’operaio di 42 anni di origini calabresi ma residente in Emilia trovato senza vita in una scarpata in località Vergato, sulle colline di Bologna.
I due fermati, un giovane serbo di 34 anni e un romeno di 50 anni, sono accusati di omicidio in concorso aggravato dai futili motivi e occultamento di cadavere.
Il corpo di Ingenuo è stato ritrovato nel pomeriggio di mercoledì 31 luglio in una scarpata a lato della strada provinciale 26 a Tolè di Vergato, sull’Appennino bolognese. Sul cadavere diverse escoriazioni ma non ferite d’arma da fuoco.
Ingenuo era scomparso da lunedì. Aveva trascorso la serata con alcuni amici al bar e poi si erano perse le sue tracce. A lanciare l’allarme era stata la ex moglie: l’uomo, infatti, tutte le sere le telefonava per parlare con la loro figlia. Ma quella sera non l’aveva fatto.
Giovedì mattina all’alba i carabinieri, su disposizione della Procura di Bologna, hanno fermato i due uomini. Secondo quanto ricostruito, i due avrebbero trascorso l’ultima sera insieme alla vittima.
Fondamentale per le indagini dei militari della Compagnia di Vergato è stato il ritrovamento di un’auto, martedì mattina, abbandonata lungo la strada, a 500-600 metri di distanza da dove si trovava il cadavere scoperto il giorno dopo quando sono scattate le ricerche. La vettura, da accertamenti, è risultata essere in uso al giovane serbo e presentava danneggiamenti per un incidente. Sono state scoperte anche tracce di sangue vicino al bagagliaio. Utili alle indagini anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. (Fonte: Ansa)