Veronica Panarello “uccise il figlio Loris Stival perché non voleva andare a scuola”

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2017 - 18:00 OLTRE 6 MESI FA

RAGUSA – La madre di Loris Andrea Stival è “una madre spregiudicata, che ha agito senza tentennamenti”: è quanto scrive il giudice per l’udienza preliminare Andrea Reale nelle 194 pagine delle motivazioni della condanna a 30 anni di reclusione di Veronica Panarello per l’uccisione del figlio Loris, di 8 anni.

“Il falso abili fornito, le diverse versioni sui fatti, le plurime contraddizioni, i tentativi di accusare altre persone, la condotta processuale spregiudicata e calunniosa, ribadita in forma glaciale e senza tentennamenti anche davanti al giudice costituiscono comprova dell’inverosimiglianza di amnesie dissociative retrograde”, scrive il Gup.

Secondo il Giudice per l’udienza preliminare, il movente dell’omicidio sarebbe stato “un dolo d’impeto, nato dal rifiuto del bambino di andare a scuola quella mattina e dal diverbio nato con la madre, il cui contenuto è conosciuto soltanto all’imputata”.

Secondo il giudice, l’omicidio sarebbe stato “dettato da un impulso incontrollabile, da uno stato passionale momentaneo della donna”. E anche la dinamica del “figlicidio”, scrive il Gup nelle motivazioni della sentenza che condanna l’imputata a 30 anni di reclusione, oltre al luogo e alle modalità del delitto e i tempi di consumazione dell’omicidio “appaiono dirimenti ai fini di escludere la circostanza della premeditazione”. 

Lunedì 13 febbraio il Gup del Tribunale di Ragusa ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari per la madre di Loris Stival, strangolato con delle fascette elettriche il 29 novembre 2014. La richiesta, presentata dall’avvocato della donna, Francesco Villardita, è stata dichiarata inammissibile per mancata notifica agli avvocati delle parti offese.

Villardita riproporrà nuovamente al Gup la richiesta di concessione degli arresti domiciliari, anche con l’uso del braccialetto elettronico. Il legale chiede l’attenuazione del provvedimento cautelare in carcere. sostenendo ce sia venuto meno il rischio di inquinamento delle prove e che siano annullati dagli arresti domiciliari quelli di pericolo di fuga e di reiterazione del reato.

Il Gup, su parere conforme della Procura, ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal penalista senza entrare nel merito, sottolineando che ci sono “orientamenti contrastanti sulla notifica” alle parti offese nel caso di omicidio, ma “aderendo al parere espresso dal Pm”, cioè l’inammissibilità. L’avvocato Villardita, “pur non condividendo la valutazione del gip”, ha deciso di “ripresentare l’istanza con notifica alle parti offese”.