Veronica Panarello, perizia: “Lucida e consapevole, era in grado di capire”

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Giugno 2016 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
Veronica Panarello, perizia: "Lucida e consapevole, era in grado di capire"

Veronica Panarello, perizia: “Lucida e consapevole, era in grado di capire”

ROMA –  Veronica Panarello, la perizia la inguaia: “Era lucida, coerente e consapevole”. La difesa della mamma di Ragusa, accusata di aver ucciso il figlio Loris, ha subito un contraccolpo dalla perizia psichiatrica sulla donna secondo la quale Veronica è sana di mente.

Il settimanale Giallo ha riportato le esatte parole della perizia: “Veronica Panarello, il giorno dell’omicidio di suo figlio Loris, era lucida, coerente e consapevole. Lo si deduce dai comportamenti che ha avuto. Ha portato all’asilo il figlio minore, è tornata a casa, ha messo in ordine l’abitazione, si è sbarazzata degli indizi, ha partecipato a un corso e poi è tornata alla scuola di Loris. I suoi comportamenti testimoniano adeguatezza al senso di realtà e consapevolezza del suo agire”.

Veronica, insomma, ha “tratti disarmonici della personalità”, ma è in grado di intendere e volere. E lo era anche all’epoca dei fatti, quel sabato 29 novembre del 2014 in cui suo figlio Loris, 8 anni, è stato ucciso nella loro abitazione di Santa Croce Camerina, nel Ragusano. Lo mettono nero su bianco i due periti, i docenti universitari Roberto Catanesi di Bari e Eugenio Aguglia di Catania, nominati dal Gup Andrea Reale per valutare le condizioni psichiatriche della donna, sotto processo con l’accusa di avere strangolato il bambino e di averne poi gettato il corpo nel canalone di contrada Mulino Vecchio.

La perizia, in 105 pagine – con un errore finale di battitura Veronica Panarello, diventa Vittoria Panarello – fa parte integrante del processo abbreviato condizionato che si celebra davanti al Gup Reale e che riprenderà il prossimo 20 giugno. “All’epoca dei fatti, e con riferimento a essi – scrivono i due esperti – ella aveva capacità di intendere e volere”. Spiegano che la donna “presenta tratti disarmonici della personalità”, “un certo grado di labilità emotiva” e una “instabilità delle espressioni affettive”.

La sua personalità ha “tratti istrionici, alimentati da un nucleo narcisistico che orienta una lettura soggettiva di fatti e giudizi sulle persone in maniera fortemente egocentrica, autocentrata”. Ma, sottolineano i periti, “il complesso di elementi clinici e psicodiagnostici raccolti non consente di mettere in luce disturbi mentali clinicamente rilevanti”. Secondo i due esperti, l’imputata è inoltre “in grado di partecipare coscientemente al processo”.