Veronica Panarello, uomo armato in tribunale: Voglio vederla

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Marzo 2016 - 16:46 OLTRE 6 MESI FA
Veronica Panarello, uomo armato in tribunale: Voglio vederla

Veronica Panarello, uomo armato in tribunale: Voglio vederla

RAGUSA – “Voglio vedere Veronica Panarello”. E’ entrato armato in tribunale a Ragusa un uomo di 65 anni, il 3 marzo scorso. Voleva vedere la mamma di Loris Stival, giura che non voleva farle del male, ma per via di quella pistola l’uomo è stato denunciato per porto abusivo di armi. Oltretutto aveva anche scelto il giorno sbagliato: il 3 marzo era in programma l’udienza di Andrea Stival, il suocero di Veronica, e la Panarello non era in tribunale.

Andrea Stival davanti ai magistrati ha negato ogni accusa. “Sbigottito dalle accuse infamanti” della nuora, che lo indica come il suo amante e l’assassino di suo figlio Loris, l’uomo dice: “Non si spiega il perché lo abbia fatto”, ma Andrea Stival nelle cinque ore davanti al sostituto procuratore di Ragusa, Marco Rota, resta ferma sulla propria posizione: “Non l’ho ucciso io e non ho una relazione con lei”. Dopo la nuova ricostruzione della donna lui è indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Durante l’interrogatorio, rivela il suo legale, l’avvocato Francesco Biazzo, Andrea Stival ha “respinto ogni accusa per l’omicidio del piccolo Loris e quella infamante di avere una relazione con Veronica Panarello e ha fornito chiarimenti su quanto aveva già detto”.

Nell’ora in cui il medico legale stima sia stato ucciso il bambino l’uomo, che convive con la compagna Andreina Fiorilla, sarebbe stato lontano dal luogo del delitto.  I due si sono svegliati nella prima mattinata. Poi la coppia è uscita intorno alle 10.15 ed è andata prendere un caffè, poi è andata in farmacia e quindi è entrata nel Vanity House, il negozio vicino casa di Veronica Panarello, e infine si è recata in un supermercato. La ricostruzione è stata confermata da Andreina Fiorilla, che è stata sentita per poco più di due ore come persona informata sui fatti dal Pm Rota: “stavamo da poco insieme, perché dovrei fornire un falso alibi a uno che ha ucciso un bambino?”.

“Lui non ha bisogno di alibi perché nessuno lo vede, mai, sui luoghi dell’omicidio – osserva l’avvocato  Biazzo – e in ogni caso il fatto che lui quella mattina si trovava con la compagna è stato confermato. Le telefonate con Veronica? Ci sono state e rientrano nella gestione di un rapporto assolutamente familiare”.