Vescovo di Nola alla Fiat: “Non sto coi violenti, a Pomigliano mia solidarietà”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Luglio 2013 - 11:23 OLTRE 6 MESI FA
Vescovo di Nola alla Fiat: "Non sto coi violenti, a Pomigliano mia solidarietà"

Vescovo di Nola alla Fiat: “Non sto coi violenti, a Pomigliano mia solidarietà” (Foto Ansa)

NAPOLI – “Non sto dalla parte dei violenti, né volontariamente, tantomeno involontariamente”. Monsignor Beniamino Depalma, vescovo di Nola, risponde così al direttore dello stabilimento Fiat di Pomigliano D’Arco, Giuseppe Figliuolo, che lo accusava di aver “involontariamente” sostenuto i violenti stando fuori ai cancelli tra i manifestanti lo scorso 15 giugno. 

Il vescovo di Nola ha accettato l’invito a visitare lo stabilimento Fiat di Pomigliano, che gli era stato rivolto dal responsabile della fabbrica, Giuseppe Figliuolo. L’invito gli era stato rinvolto con una lettera nella quale lo stesso dirigente del Lingotto aveva declinato la richiesta a partecipare a un incontro promosso dal monsignor Depalma per analizzare, con i sindaci della zona, le situazioni relative allo stabilimento.

In una lettera inviata al direttore de Il Mattino, il vescovo di Nola scrive:

“La natura pubblica che la vicenda ha assunto, e soprattutto la gravitò dell’accusa a me rivolta, pretende una risposta altrettanto pubblica. No, dottor Figliuolo, io non sto dalla parte dei violenti, né volontariamente né, come dice lei, ‘involontariamente’. Le dirò di più: la Chiesa non conosce la parola ‘contro’, né tantomeno, nelle vicende sociali, assume posizioni pregiudiziali a favore dell’una o dell’altra parte”.

Monsignor Depalma scrive:

“Proprio la vicenda Fiat è emblematica dello stile che ho cercato di assumere: provare sempre, in ogni circostanza, anche la più burrascosa, a mettere le persone intorno allo stesso tavolo. Lavoratori, azienda, politici… Siamo tutti sulla stessa barca, è questa la mia ferma consapevolezza”.

Infine il vescovo di Nola conclude:

”Il mio ‘esserci’, a Pomigliano, a Tufino, a Boscoreale, ovunque ci siano persone con delle domande da porre, non è mai un atto politico, ma è sempre un atto di solidarietà umana e cristiana di cui sento, oggi come nel mio primo giorno di sacerdozio, un profondo bisogno interiore”.