Vesuvio, animali vivi usati per estendere gli incendi: orrore sul vulcano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2017 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA
Vesuvio, animali vivi usati per estendere gli incendi: orrore sul vulcano

Vesuvio, animali vivi usati per estendere gli incendi: orrore sul vulcano

NAPOLI – Il Vesuvio continua a bruciare, con le fiamme altissime e una nube di fumo che è arrivata fino in Salento. Alla situazione critica si aggiunge anche l’orrore di chi usa gli animali vivi per propagare le fiamme sulle pendici del vulcano, probabilmente gatti cosparsi di benzina e inconsapevoli del pericolo a cui vanno incontro. Gli incendi lambiscono le casa, molte famiglie sono state allontanate e intanto oltre ai vigili del fuoco è stato mobilitato anche l’esercito per far fronte all’emergenza.

Paolo Barbuto sul quotidiano Il Mattino scrive che gli incendi nel Parco Nazionale del Vesuvio sono dolosi e i carabinieri della forestale al momento hanno individuato otto inneschi differenti:

“L’incendio è doloso, esattamente come quelli che nell’ultima settimana si sono susseguiti senza sosta all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. L’hanno immediatamente appurato i carabinieri forestali che hanno individuato otto inneschi differenti, tutti partiti nello stesso momento, tutti in zone impervie, irraggiungibili. Stavolta, però, chi ha dato fuoco al Vesuvio ha deciso di fare le cose in grande, per rendere impossibile lo spegnimento. Chi ha agito conosce bene quella montagna, s’è inoltrato nei boschi e per rendere più difficile l’intervento dei vigili del fuoco, ha utilizzato animali, probabilmente gatti, povere vittime da sacrificare: cosparsi di benzina e dati alle fiamme, nelle loro disperata e inutile fuga hanno raggiunto la boscaglia più fitta dov’è impossibile intervenire con rapidità quando scoppia un incendio.

Il fuoco è partito all’alba, due diversi focolai che a metà giornata si sono uniti generando un fronte di fuoco lungo due chilometri, impossibile da tenere sotto controllo. Le fiamme inizialmente sono partite da una zona compresa fra Ottaviano e Terzigno, poi il vento le ha spostate trascinandole fino alla fascia litoranea, sempre più vicine alle zone abitate. Subito sono scattate le procedure di emergenza: bloccate tutte le vie di accesso al vulcano di Napoli, evacuati ristoranti e abitazioni nei comuni di Ercolano e di Torre del Greco, evacuate anche alcune abitazioni nel comune di Boscoreale”.