Risveglio Vesuvio. Bertolaso: “Anche Napoli potrebbe essere coinvolta dall’eruzione”

Pubblicato il 27 Aprile 2010 - 17:12 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Maroni, Silvio Berlusconi, Guido Bertolaso e Stefania Prestigiacomo

Parte di Napoli sarà “zona rossa”, il risveglio del Vesuvio potrebbe colpire anche il capoluogo campano. Guido Bertolaso, durante un incontro con la stampa estera, ha illustrato gli ultimi studi che ridisegnano gli scenari fin qui mostrati qualora il vulcano partenopeo dovesse eruttare. Secondo il capo della Protezione civile, infatti, una parte del capoluogo partenopeo potrebbe dunque essere inserita nell’elenco dei comuni della ‘zona rossa’ e, di conseguenza, andranno rivisti i piani di evacuazione, che non riguarderanno più 500-600mila persone ma oltre un milione di cittadini.

«Il Vesuvio – afferma Bertolaso – è il più grande problema di protezione civile che c’é in Italia, perché ci sono interi paesi costruiti nella zona del vulcano che sarebbe invasa da un’eruzione. Al momento il vulcano è tranquillo ma sappiamo bene che la situazione, il giorno in cui il Vesuvio si risveglierà, sarebbe assolutamente drammatica». Tanto per far capire quello che potrebbe succedere, Bertolaso ha illustrato alcuni scenari prefigurati dagli scienziati, ricordando che l’eruzione sarebbe preceduta da terremoti con conseguenze «paragonabili a quello che è accaduto a L’Aquila il 6 aprile dell’anno scorso» e sottolineando che per l’evacuazione dei cittadini ci sarebbe al massimo una settimana di tempo, molto più probabilmente tre-quattro giorni.

«Nella fascia rossa ci sono attualmente 18 comuni abitati ufficialmente da 500mila cittadini, dunque diciamo almeno da 650-700mila – premette il capo della Protezione Civile – Tutti questi sarebbero interessati da terremoti, colate piroclastiche, colate di cenere e fango che andrebbero ad interessare buona parte del territorio».

L’esplosione del vulcano, inoltre, «provocherebbe una colonna di fumo e lapilli alta fino a 20 chilometri e la caduta di cenere interesserebbe una zona compresa tra Salerno e quella al confine tra Lazio e Campania». Infine, al suolo ricadrebbero due metri di cenere per ogni metro quadro, facendo di fatto collassare molti edifici. Per evitare inutili allarmismi, Bertolaso ripete che si tratta di «scenari che non vanno presi per oro colato». Ed è per questo che «abbiamo chiesto alla commissione di rielaborarli, in modo da vedere se bisogna allargare la zona rossa e predisporre piani di evacuazione per almeno un milione di cittadini, tra cui molti di Napoli».

Bertolaso ha poi definito un «fallimento totale» la legge della Regione Campania con la quale si garantivano i fondi per costruire un’abitazione ai cittadini che lasciassero la loro nella zona rossa.«E’ finita – dice il capo della Protezione Civile – che molti si sono costruiti una casa in zona sicura e hanno affittato quella nella zona rossa». Il problema dell’abusivismo, però resta. «Quello che c’è, c’è. Ed è difficile trovare la determinazione per demolire – sottolinea Bertolaso – Però non può essere consentita nessuna nuova costruzione e dunque tutto ciò che di nuovo viene tirato su, va demolito».