Viadotto E45 chiuso, l’appello dei sindaci al governo: “Italia tagliata in due”

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2019 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA
Viadotto E45 chiuso, l'appello dei sindaci al governo: "Italia tagliata in due"

Viadotto E45 chiuso, l’appello dei sindaci al governo: “Italia tagliata in due”

AREZZO – L’Italia è tagliata in due dopo il sequestro e la chiusura del viadotto Puleto sulla E45 a Val. E’ il grido d’allarme dai sindaci della Valle del Savio: Bagno di Romagna, Cesena, Mercato Saraceno, Montiano Sarsina e Verghereto, tutti in provincia di Forlì-Cesena. In una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte e al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli chiedono un incontro urgente per trovare soluzioni alternative.

La decisione è stata presa dopo la segnalazione di crepe sui piloni in cemento e gli accertamenti degli esperti incaricati dalla magistratura che avevano paventato il “rischio collasso”. Secondo i primi cittadini la chiusura “comporta non solo l’interruzione della viabilità tra Emilia-Romagna e Toscana, ma ‘spezza’ a metà l’intero sistema viario dell’Italia, con gravissimi danni di natura economica e sociale, con prevedibili e gravi disagi per i nostri territori e paesi”.

Il sequestro del ponte è stato disposto dal Gip del Tribunale di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli, che ha accolto la richiesta del procuratore capo Roberto Rossi. Nell’ordinanza è scritto che la chiusura è stata determinata dalla “criticità estrema” del viadotto esposto a “rischio di collassamento”, a causa del perdurare dell’esposizione all’usura del traffico veicolare.

“A partire dalle 14 – si legge in una nota di Anas – è stato dato avvio alle operazioni di chiusura della strada statale 3bis “Tiberina” (E45), in entrambe le direzioni, tra gli svincoli di Canili e Valsavignone”. Anas “sta già fornendo in queste ore ai periti della Procura tutti gli elementi conoscitivi tecnici sul viadotto Puleto, per rappresentare al meglio le condizioni dell’infrastruttura e i lavori di manutenzione già avviati a dicembre, al fine di consentire una veloce riapertura al traffico ed evitare gravi disagi alla circolazione”. 

Nella missiva, i primi cittadini sottolineano: “Certamente, siamo convinti che la magistratura abbia adottato un provvedimento così impattante sulla base di ragioni fondate”, “e per questo ci sentiamo di riconoscere l’interesse con cui è stata condotta l’attività” tuttavia “la situazione che si viene a creare ci desta fortissima preoccupazione”, “i nostri territori e paesi si troveranno a subire il deflusso di migliaia di veicoli costretti a trovare vie secondarie per le strade dell’Appennino”.