Vicenza, aggredita con la soda caustica. 4 vittime in un mese: epidemia sociale

Pubblicato il 10 Maggio 2013 - 17:21 OLTRE 6 MESI FA

VICENZA – L’ultima vittima dello sfregio tramite acido è una donna di 31 anni di Vicenza. E’ finita in ospedale dopo che due uomini incappucciati hanno suonato alla porta di casa e l’hanno costretta, racconta lei, a versarsi addosso una sostanza caustica che l’ha colpita a una spalla e a un gluteo. Pare non sia grave, è stata medicata e dimessa.

E’ solo l’ultimo caso di una nuova “tendenza” criminale, a dimostrazione che anche nel campo dei delitti si procede per emulazione. In 4 settimane, 4 casi simili a questo. Un’epidemia sociale ormai, con una vittima colpita come vendetta, magari per una storia finita male. Nel caso di Vicenza il copione, seppure non ancora ricco di dettagli, fa pensare proprio a una vendetta: la donna proprio giovedì aveva presentato una denuncia per minacce dopo che nella cassetta postale aveva trovato alcuni biglietti minatori: “Attenta, sappiamo quello che fai”.

Minacce da parte di chi? Ancora non è chiaro, si sa che verso le 14.30 la donna ha sentito suonare alla porta e convinta che fossero alcuni parenti, che abitano a fianco, ha aperto senza timore. Due persone incappucciate l’avrebbero bloccata, fatta stendere a terra e mentre uno la teneva ferma l’altro l’avrebbe costretta a buttarsi addosso della soda caustica, dinamica davvero inconsueta. L’acido avrebbe ferito la donna a un braccio ma, divincolandosi, si sarebbe ustionata anche ad un gluteo.

Il questore Angelo Sanna ha detto che la donna subì  nel 2002 una violenza sessuale, per la quale è stato condannato nel 2009 in primo grado un cittadino serbo, mentre si è ancora in attesa che venga definita la data dell’appello.

Una storia, quella di Vicenza, che somiglia a tante altre. A quella di Lucia Annibali, avvocato di Urbino di 35 anni, sfregiata lo scorso aprile sul pianerottolo di casa da un uomo a volto coperto mandato, è l’accusa, dal suo ex fidanzato. Della donna incinta, Samanta, aggredita da un uomo in scooter mentre andava in ospedale per un controllo. O a quella di William, vittima in questo caso maschile dell’odio della sua ex fidanzata. Pratica fino a pochi mesi fa quasi sconosciuta nel nostro Paese, l’acido è tristemente usato per deturpare le donne soprattutto in paesi come il Pakistan.

Vendetta subdola e crudele quella dell’acido, perché spesso non uccide ma costringe la vittima a un calvario di operazioni per riacquistare la vista, la possibilità di sorridere, di parlare normalmente. Senza contare che deturpa per sempre la bellezza, l’aspetto fisico e quindi l’identità, quasi che l’aggressore sia compiaciuto all’idea che la sua vittima porti a vita il marchio del suo odio.