Vigilessa scartata perché bassa: Tar dopo 13 anni stabilise illegittima l’esclusione

Pubblicato il 4 Aprile 2010 - 19:08 OLTRE 6 MESI FA

Italia patria del diritto, dei ricorsi e delle sospensive. Era stata scartata perché troppo ‘bassa’, ma 13 anni dopo il Tar del Veneto ha stabilito che il bando che l’aveva esclusa era illegittimo e discriminatorio. Accade a Verona dove, nel frattempo, la vigilessa in questione, alta 1 metro e 63 cm, ha potuto lavorare lo stesso grazie alla sospensiva decisa nel 1997 dal Tar. Solo ora però ha saputo che il suo posto è ‘sicuro’.

Nel frattempo ha compiuto 45 anni e la giustizia le ha dato finalmente ragione: nonostante quei due centimetri in meno può quindi continuare a prestare servizio accanto ai suoi colleghi della Polizia Municipale.

Il concorso per l’assunzione di 50 vigili urbani bandito dall’allora giunta comunale di Verona prevedeva infatti un’altezza minima di 1 metro e 65 e l’aspirante vigilessa fu quindi esclusa per “carenza di requisito”. Decisa a non rassegnarsi, presentò ricorso e il Tar accolse la richiesta di sospensiva obbligando il Comune ad assumerla in attesa della decisione di merito. Da allora sono passati 13 anni in cui la vigilessa ha prestato servizio con la ‘spada di Damocle’ della sentenza definitiva che pendeva sul suo posto di lavoro.

Sentenza che stabilisce l’illegittimità del bando sulla base della legge secondo la quale – riporta il Corriere del Veneto – «l’altezza delle persone non costituisce motivo alcuno di discriminazione per la partecipazione ai concorsi pubblici indetti dalle Pubbliche amministrazioni», con l’eccezione di Guardia di Finanza, Polizia, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco e Ferrovie dello Stato: e perfino in questi casi il limite è di 1,61.