Vincenzo Iacolare, famiglia si scusa a Chi l’ha visto?: scordate compressore…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Ottobre 2014 - 15:19 OLTRE 6 MESI FA
Vincenzo Iacolare, la famiglia rifà a Chi l'ha visto? la sceneggiata delle scuse

Vincenzo Iacolare, la famiglia rifà a Chi l’ha visto? la sceneggiata delle scuse. (La moglie di Iacolare)

NAPOLI – La compagna prima, e la zia poi, propongono a Chi l’ha visto? la scena delle scuse: sono i parenti stretti di Vincenzo Iacolare, il 24enne in carcere con l’accusa di aver inserito un compressore nell’ano di un 14enne, provocandogli lesioni molto gravi e uno shock che si immagina a vita. Scena, perché più che naturale e spontanea contrizione sembra il copione dettato da un prudente avvocato.

E’ evidente che i commenti a caldo, “era solo uno scherzo, mica è omicidio”, davanti a un bambino in ospedale, con il colon asportato per via del potente getto d’aria, sono del tutto spropositati, un insulto alla realtà. Quindi, ora che la vicenda ha avuto rilevanza nazionale e la punizione rischia di essere esemplare, qualcuno deve aver consigliato alle signore di casa Iacolare maggiore prudenza e “understatement”.

“Chiediamo scusa alla mamma e al papà del bambino, che deve guarire e stare bene”, dice la giovane moglie di Vincenzo, per altro recentemente aggredita all’uscita dal carcere dopo una visita al marito. Ma la frase ripetuta un paio di volte al giornalista di Chi l’ha visto? sembra ripetuta a macchinetta, detta anzi quasi con insofferenza, come se non fosse sentita. Ecco perchè suona come una “scena” delle scuse, sgradevole al pari della “sceneggiata dello scherzo” di qualche giorno prima.

Ripete, quasi parola per parola, anche la zia di Iacolare. Le scuse alla famiglia, i bambini non si toccano, un errore che deve essere pagato. Certo. Poi però non si trattiene: “Non si devono dire cose che non sono state fatte, che il ragazzo ha violentato. Non ha violentato. Hanno fatto una cazzata e devono pagare per una cazzata, non per quello che stanno dicendo”. Non si dica che è violenza sessuale un compressore nell’ano a un ragazzino. Trattasi di “cazzata”. Un distinguo importante agli occhi della signora.