Vincenzo Iaquinta a processo per detenzione abusiva di armi: l’ex calciatore urla in aula

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Maggio 2017 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA
Vincenzo Iaquinta a processo per detenzione abusiva di armi: l'ex calciatore urla in aula

Vincenzo Iaquinta a processo per detenzione abusiva di armi: l’ex calciatore urla in aula (Foto Ansa)

REGGIO EMILIA – Il campione del Mondo 2006 ed ex attaccante della Juventus, Vincenzo Iaquinta, è stato ascoltato per la prima volta da imputato nel processo “Aemilia”. L’ex giocatore della Nazionale è accusato di detenzione abusiva di armi, mentre per il padre, l’imprenditore edile Giuseppe, si ipotizza l’associazione mafiosa per i presunti legami con la ‘ndrangheta.

“Sono una persona famosa, avevo preso la pistola più che altro per quando avessi smesso di giocare. Mi piaceva andare al poligono di Reggio. Non ho mai girato armato – a Iaquinta si contesta lo spostamento non denunciato di due pistole nella casa del padre, che furono trovate dai carabinieri nel gennaio del 2015 e che furono segnalate dallo stesso ex attaccante – L’ho fatto perché sono onesto. Mi prendo purtroppo la responsabilità per non aver trascritto lo spostamento”.

Come scrive Tuttosport, durante l’interrogazione del padre l’ex attaccante di Juve e Udinese ha sbottato, “non vogliono capire”, ha urlato uscendo sbattendo la porta dell’aula salvo poi farvi rientro cinque minuti dopo. Nella seconda parte dell’udienza Iaquinta è stato anche esaminato come testimone in merito alla foto scattata dalla consulente fiscale bolognese Roberta Tattini, già condannata in primo grado a 8 anni e 8 mesi con rito abbreviato, un’immagine che lo ritrae insieme alla donna in un bar di Reggiolo. “Per me è un fotomontaggio una foto falsa. Le ciabatte che indossavo le avevo comprate anni dopo. Io non ho mai conosciuto la Tattini. Guadagnavo tanto, che bisogno avevo della ‘ndrangheta?”.