Viterbo senza cinema. Il Trieste torna alla Curia: vi sarà detta messa

Pubblicato il 13 Aprile 2012 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA

VITERBO – I cinema scompariranno da Viterbo. Chiusi il Lux, l’Azzurro, il Corso, il Metropolitan e il San Leonardo. L’ultimo, il Trieste, sarà trasformato in un luogo di culto. Il contratto con la Curia è scaduto e la sala da 200 posti sarà usata per dire messa. Qualcuno ritiene che la chiusura dei cinema, spesso sale parrocchiali adibite anche a teatri, sia stata decisa per non pagare l’Imu. Ora chi vorrà vedere un film al cinema dovrà arrivare al multisala di Vitorchiano.

Michele Sessa, che insieme al padre Paolo gestiva il cinema Trieste, ha detto: “Il Trieste era rinato nel 1992 proprio con l’idea di assicurare alternative al nulla ai giovani: in accordo con il parroco di allora, don Sebastiano Fasone, lo gestivamo come spazio aperto alla città. Le mura sono della Curia, hanno diritto di farne ciò che vogliono. Ma tra poco, quando chiuderà per ristrutturazione anche il cinema Genio, di proprietà comunale, qui in città non resterà nulla”.

I Sessa erano convinti che la Curia avrebbe rinnovato il contratto, ma giunti alla scadenza la Curia ha chiesto la restituzione delle chiavi. L’ultimo film proiettato il “The Artist”, ora Viterbo saluta un altro centro culturale che non ci sarà più. Nella città è nato un comitato, “Cinema Trieste aperto”, che si mobilita contro la chiusura e su Facebook scrive: “Chiudere spazi per la cultura è un danno, la città rischia di morire”.

Anche il regista Giovanni Veronesi ha lanciato un appello perché il trieste rimanga aperto, ed una proposta: “Non lasciatelo morire. Dobbiamo farlo riaprire a costo di occuparlo come il Valle”.La proposta però non è condivisa da tutti i viterbesi, che all’ipotesi di un’eventuale occupazione hanno precisato: “Non siamo contro la Curia, sia chiaro”.