Viterbo, ergastolo agli “amanti diabolici”: uccisero una donna e la figlia

Pubblicato il 13 Maggio 2011 - 14:17| Aggiornato il 14 Maggio 2011 OLTRE 6 MESI FA

VITERBO – Ergastolo: questa la condanna inflitta oggi dalla Corte d’Assise di Viterbo a Paolo Esposito, 45 anni, e Ala Ceoban, moldava, 26 anni, accusati di aver ucciso e occultato i cadaveri di Tatiana Ceoban, 36 anni, e della figlia Elena di 13, scomparse nel nulla il 30 maggio 2009 da Gradoli. Esposito era convivente di Tatiana, dalla quale ha avuto una figlia, Erika, di 7 anni (Elena era nata da un precedente matrimonio della donna in Moldavia), mentre Ala era la sorella, quindi zia della ragazza. I due erano amanti da anni.

Esposito e’ stato condannato anche a un anno di reclusione per il possesso di materiale pedopornografico trovato nel suo computer durante le indagini. Inoltre, gli e’ stata tolta la patria podesta’ sulla figlia Erika, di 7 anni, nata dalla relazione con Tatiana. La Corte d’Assise ha cosi’ accolto le richieste del Pm Renzo Petroselli, che al termine della sua requisitoria aveva chiesto per entrambi gli imputati la condanna all’ergastolo. A suo avviso, la coppia avrebbe deciso di uccidere Tatiana e la figlia Elena per non aver piu’ intralci alla loro relazione clandestina e perche’ con le due donne vive non sarebbero mai entrati in possesso del villino alla periferia di Gradoli in cui la donna viveva con le due figlie. Un altro movente del delitto, secondo l’accusa, sarebbe stato l’affidamento della figlia Erika, che Esposito temeva di non ottenere in caso di rottura con Tatiana. Il collegio di difesa, invece, aveva chiesto l’assoluzione degli imputati. Secondo i legali, Tatiana ed Elena non sarebbero morte, come dimostra il mancato ritrovamento dei cadaveri, ma si sarebbero allontanate volontariamente dall’Italia, probabilmente per tornare nel loro paese d’origine, la Moldavia.