Vittorio Sgarbi: “L’Emilia reagirà al terremoto. L’Aquila invece si piange addosso”

Pubblicato il 23 Maggio 2012 - 20:22 OLTRE 6 MESI FA

Vittorio Sgarbi (LaPresse)

FERRARA – Il ferrarese Vittorio Sgarbi racconta all’Adnkronos cosa sarebbe successo a suo modo di vedere se il sisma, invece che l’Emilia, avesse colpito, come già accaduto con L’Aquila, una regione del centro-sud o del sud: “In Abruzzo stanno fermi a pensare che lo Stato sia inetto, senza reagire”. Secondo il critico d’arte, se il terremoto avesse colpito “il Molise, l’Abruzzo o altre Regioni del Sud Italia, allora la tragedia sarebbe doppia”.

Sgarbi è originario di Ferrara e la notte del 19 maggio ha mancato il terremoto di un soffio: “Sono passato a Ferrara verso le 2 – racconta – ero incerto se fermarmi o proseguire fino a Gorizia. Poi ho deciso di partire”. Ma se adesso l’Emilia fa i conti con crolli, morti e feriti,”l’aspetto positivo è che, come nel Friuli, la ricostruzione sarà rapida, mentre nel meridione sarebbe stata una catastrofe”.

Secondo l’ex sindaco di Salemi “gli emiliani non staranno certo con le mani in mano, mentre in Abruzzo, all’Aquila – attacca – si vive d’inerzia, tutto è fermo come all’inizio, si aspetta solo che lo Stato faccia qualcosa e intanto ci si piange addosso”.

Anche sul patrimonio culturale, gravemente danneggiato dal sisma, in Emilia “il territorio interverrà sicuramente. Sono molto ottimista perché conosco la disponibilità psicologica emiliana, il senso civico, imprenditoriale, amministrativo. Insomma, non staranno fermi e sono convinto che tra un mese saranno già  ripartiti. All’Aquila son passati tre anni – prosegue Sgarbi – ma è tutto esattamente come all’indomani del sisma. Stanno mani in mano, ad aspettare”.