Vittorio Sgarbi: “Figli di Totò Riina discriminati”

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Aprile 2016 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA
Vittorio Sgarbi: "Figli di Totò Riina discriminati"

Vittorio Sgarbi: “Figli di Totò Riina discriminati”

ROMA – Secondo Vittorio Sgarbi i figli di Totò Riina sono discriminati. Non possono lavorare tranquillamente, nemmeno andare in tv. Il critico d’arte si riferisce soprattutto alla figlia del boss, pittrice e artista. Scrive Urban Post:

“Non si riesce a parlare in televisione di questa ragazza che non è mai stata in galera – dice Sgarbi a Radio Cusano – , che non può vedere suo padre, cioè può vederlo ma non può neanche toccarlo anche se è ricoverato in ospedale a Bologna, siccome si chiama Riina non ha diritti civili come gli altri, non si può parlare in televisione dei suoi quadri, diventa propaganda alla mafia parlare dei suoi quadri” – ha asserito il critico, a difesa della ragazza, a suo dire discriminata perché figlia del Capo dei capi, appunto. Sgarbi la vorrebbe in tv a far conoscere il suo talento, ma in Italia questo non sarebbe possibile: “La figlia di Riina è una pittrice abbastanza brava, non ha alcuna possibilità di comunicare con il mondo, nessuno la fa lavorare e la assume, paga per conto del padre. Tutto ciò che riguarda persone vicine a Riina sono interdette da una specie di maledizione che ha una logica per quanto concerne le responsabilità del colpevole, ma non per i suoi figli. Non mi risulta che non possa parlare la nipote di Mussolini”

A poche settimane di distanza dalla discussa ospitata di Salvo Riina a Porta a Porta, su internet il dibattito sul figlio del boss mafioso e sul suo libro va avanti e si alimenta. Addirittura è stata creata una pagina Facebook (Riina family life) dove il libro viene sponsorizzato e esaltato. Scrive il Giornale:

Ecco cosa accade nel web dove «Salvo», che ha appena finito di scontare una condanna per associazione mafiosa ed è in libertà vigilata, promuove il suo libro e incassa, proprio così, attestazioni di stima e solidarietà dall’orda invisibile dei social. Qualcuno gli chiede persino un autografo, e anzi «se passi da Milano – recita un post – sarà un onore stringerti la mano». «Sei un grande», «non ti conosco ma ti ammiro». E ancora: «Bravo complimenti», «non vedo l’ora di leggere il libro»