Vittorio Sgarbi: “Unioni civili? Se vogliono…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Maggio 2016 - 08:10 OLTRE 6 MESI FA
Vittorio Sgarbi (foto Ansa)

Vittorio Sgarbi (foto Ansa)

ROMA – Vittorio Sgarbi alla Zanzara commenta la notizia dell’approvazione della legge sulle unioni civili alla Camera. Secondo Sgarbi la norma che permette agli omosessuali italiani di riconoscere la loro unione è inopportuna. Il suo pensiero è sintetizzabile in una frase, che lui pronuncia ai microfoni della Zanzara: “Se vogliono incularsi che si inculino, ma senza unioni civili”.

La legge sulle unioni civili ha superato l’ultimo scoglio, quello del voto di fiducia: la Camera ha confermato il disegno di legge e il voto finale ha avuto esito positivo con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti. Ma non sarà un vero e proprio matrimonio, almeno dal punto di vista legale-burocratico. E dunque anche tutta la polemica degli ultimi giorni (le parole del candidato sindaco di Roma Alfio Marchini che dice che non celebrerà nozze gay) diventa pretestuosa, visto che non si tratta di matrimoni veri e propri.

Valentina Maglione Selene Pascasi sul Sole 24 Ore ricordano le novità principali:

La strada dell’unione civile resta sbarrata se uno dei due partner è già sposato o ha contratto un’unione civile, se è interdetto per infermità di mente o se è stato condannato per omicidio consumato o tentato nei confronti di chi sia coniugato o unito civilmente con l’altro partner. Inoltre, i due conviventi non devono essere parenti. L’unione civile è certificata dal documento che attesta la sua costituzione, che deve contenere i dati anagrafici dei partner, l’indicazione del regime patrimoniale e della residenza, oltre ai dati anagrafici e alla residenza dei testimoni.

Questa è la parte relativa a obbligo di assistenza ma non di fedeltà:

I partner legati dall’unione civile acquisiscono gli stessi diritti e doveri. In particolare, hanno l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione e sono tenuti, in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni. I partner possono decidere di assumere un cognome comune, scegliendolo fra i loro. Devono poi concordare l’indirizzo della vita familiare e fissare la residenza comune. A differenza di chi si sposa, i partner dell’unione civile non hanno l’obbligo di fedeltà.