Voci dall’Argentina: lunedì Lavitola in Italia

Pubblicato il 12 Aprile 2012 - 19:00 OLTRE 6 MESI FA

Valter Lavitola (Lapresse)

BUENOS AIRES – Dopo quasi otto mesi di latitanza, Valter Lavitola rientra lunedì in Italia per costituirsi. Lo ha assicurato oggi all’Ansa una fonte a lui vicina, precisando che partirà domenica prossima con un volo Alitalia e che i giudici che si occupano del suo caso sono già stati avvertiti dai suoi legali. Dalla sua latitanza in Sudamerica, Valter Lavitola, indagato e con un ordine di arresto nell’inchiesta sulla vicenda delle escort portate nelle residenze dell’ex premier Silvio Berlusconi dall’imprenditore fallito Giampy Tarantini, aveva più volte annunciato il suo rientro, senza precisare quando.

Il primo annuncio lo aveva dato al tg di Enrico Mentana, il 25 novembre 2011.  Lavitola aveva confermato a La 7 che stava per rientrare nel nostro Paese da Panama, e la cosa sembrava dovesse accadere a giorni.

“Sono in attesa di concludere affari con i miei pescherecci, dopodichè nelle prossime ore voglio tornare in Italia per chiarire la mia situazione – aveva detto orgoglioso il latitante – Vorrei passare il Natale in famiglia”.

E ancora il 27 dicembre assicurava: “Non potrò muovermi dall’Italia per un bel po’. Quindi sto cercando di pianificare il mio lavoro per molti mesi a venire. […] le mie floride disponibilità economiche, non mi consentiranno di vivere di rendita. Prima c’era anche lo stipendio del giornale, speravo in un incarico da parlamentare e stavo avviando un promettente rapporto con Finmeccanica. E’ necessario che mi rimanga qualcosa di cui vivere quando questa storia sarà finita”. E si giustificava: “In questi mesi non ho inteso beffare nessuno ne tantomeno inviare messaggi. Ho solo cercato di far si’ che quando tutto sarà finito abbia di che vivere. Il mio primo istinto, già a fine agosto, era di rientrare e chiarire. Certamente però, dopo mesi di assenza, il mio lavoro sarebbe andato a gambe all’aria (quando il gatto non c’è….)”.

Infine, l’ex direttore de L’Avanti aveva raccontato di aver conosciuto una donna che lo aveva spinto a prendere la decisione di tornare in Italia. ”Una preziosa amica, purtroppo conosciuta da troppo poco, mi ha fatto riflettere. Mi sono convinto che è necessario che io rientri in Italia per chiarire le vicende che mi vedono indagato. E’ chiaro che questo significa entrare in carcere. Non so per quanto, ma mi preparo al peggio”, concludeva Lavitola.

Lavitola durante la latitanza avrebbe organizzato le registrazioni per poter spiegare nel processo la sua versione dei fatti e conversazioni con Berlusconi, come quella del 2009 in cui l’ex premier affermava: “Siamo nelle mani dei giudici di sinistra… Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il Palazzo di Giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c’è un’alternativa…”.