Yara: due armi e due dna diversi. Due assassini?

Pubblicato il 11 Marzo 2011 - 00:02 OLTRE 6 MESI FA

Yara Gambirasio

BERGAMO – Dopo tre mesi senza risultati, e dopo il ritrovamento del corpo che aveva stroncato ogni speranza, le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio registrano finalmente la prima svolta: la ragazzina è stata colpita con due armi diverse.

La notizia, emersa dall’assoluto riserbo degli inquirenti, è stata anticipata da una serie di indiscrezioni che avevano già dato la sensazione che qualcosa di rilievo fosse stato scoperto dai medici legali che hanno effettuato l’autopsia e le prime campionature. Secondo quanto si è appreso, dunque, a provocare le lesioni sul corpo di Yara sono state una lama e un altro corpo contundente, che invece non è stato ancora individuato.

Dalle prime risultanze anatomopatologiche i medici legali hanno riscontrato lesivita’ differenti attribuibili ad almeno due oggetti diversi, una lama e un altro oggetto invasivo, una pietra o qualcos’altro. Queste risultanze naturalmente ora comportano ipotesi di scenari diversi da quelli fin qui prefigurati che, come hanno precisato gli stessi inquirenti, sono tutti da valutare con molta prudenza. L’omicidio infatti potrebbe essere stato commesso da due persone con un’arma ciascuno, o da una persona sola che prima ha colpito e poi infierito sul corpo con due armi diverse.

E se un primo mistero, quello della dinamica dell’omicidio della tredicenne, è ormai sostanzialmente svelato, rimane il nodo delle esatte cause della morte. Gli esperti, infatti, per via delle condizioni del cadavere, in avanzatissimo stato di decomposizione, non hanno potuto dire se i colpi letali siano stati quelli inferti con la lama, presumibilmente un coltello, o con l’altro oggetto contundente.

Per saperlo con esattezza bisognerà aspettare i risultati di tutti gli esami di laboratorio, e gli sviluppi investigativi. E dopo la conferma, oggi, del ritrovamento di una traccia genetica sui resti della giovane, corrispondente a un profilo maschile, in serata è emerso anche il particolare, non confermato ma nemmeno smentito dagli inquirenti, dell’ isolamento di un secondo Dna, questa volta femminile.

Gli investigatori, inoltre, starebbero già per avviare le prime comparazioni sui profili genetici acquisiti nel corso delle lunghe indagini pregresse. Ma su questa parte delle attività giudiziarie, ovviamente, il riserbo è assoluto, anche se dai toni pare cominciare ad affacciarsi un certo ottimismo.

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