Yara Gambirasio, Massimo Giuseppe Bossetti comprò taglierino a 3 giorni dal delitto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Ottobre 2014 - 16:19 OLTRE 6 MESI FA
Caso Yara, l'ultima rivelazione su Massimo Bossetti: "Ha comprato un taglierino qualche giorno prima dell'omicidio"

La copertina di Giallo

BERGAMO – Da Bergamo filtra un’ultima indiscrezione, rilanciata dal settimanale Giallo: tre giorni prima l’omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Giuseppe Bossetti ha acquistato un cutter in titanio, taglierino da carpentiere con caratteristiche identiche a quelle dell’arma usata per il delitto della 13enne di Brembate.

Secondo quanto riferisce Giallo, l’acquisto sarebbe stato confermato dall’analisi dei movimenti economici della carta di credito di Bossetti. Il taglierino non è stato ritrovato dagli inquirenti durante le varie perquisizioni effettuate, ma ciò non toglie che Bossetti, in galera dallo scorso 16 giugno con l’accusa di omicidio, possa essersene sbarazzato subito dopo l’aggressione a Yara Gambirasio.

E’ proprio nella ricostruzione dell’omicidio di Yara che gli inquirenti puntano sull’utilizzo del taglierino: l’assassino ha cercato di tagliare i vestiti di Yara, forse per strapparli, e i segni presenti su slip e leggings sono compatibili con la lama del cutter e in seguito a quei tagli l’aggressore ha procurato ferite a sé stesso e alla ragazzina, mescolando di fatto i due Dna come emerso dalle perizie: la piccola vittima è stata aggredita, ferita e rivestita.

C’è poi un nuovo elemento che si aggiunge a quello già filtrato dalle pagine di Repubblica, che mercoledì 8 ottobre riferiva di una lettera anonima ritrovata a casa di Bossetti contenente minacce di morte.

L’Eco di Bergamo riferisce di un “avvertimento”, addirittura di una “possibile intimidazione” ai familiari di Bossetti: mercoledì pomeriggio qualcuno si sarebbe introdotto nel palazzo di Terno d’Isola, dove vivono la madre Ester Arzuffi e il marito Giovanni Bossetti, colpendo con violenza la porta d’ingresso dell’appartamento al primo piano.

“Alcuni soggetti non individuati – spiega l’avvocato della famiglia, Benedetto Maria Bonomo – hanno ripetutamente ed insistentemente colpito la porta d’ingresso dell’appartamento della famiglia Bossetti. Nel compimento di tale atto gli ignoti esecutori non hanno proferito alcuna frase o contumelia all’indirizzo dei componenti della famiglia”.