Yara Gambirasio: scarcerato il marocchino Fikri. La difesa: “Chiediamo i danni”

Pubblicato il 7 Dicembre 2010 - 16:03 OLTRE 6 MESI FA

E’ stato scarcerato Mohammed Fikri, il marocchino di 22 anni fermato sabato scorso con le accuse di sequestro di persona e omicidio, nell’ambito della scomparsa di Yara Gambirasio. Una scarcerazione inevitabile dopo che il pm Letizia Ruggeri al termine dell’udienza di convalida del fermo non ha chiesto per lui l’arresto. Inevitabile al punto che, i difensori dell’uomo hanno subito fatto sapere che pensano seriamente ad una richiesta di danni per “ingiusta detenzione”.

Fikri è uscito dal carcere verso le 13.40, eludendo giornalisti e fotografi a bordo di un cellulare della polizia penitenziaria che nessuno ha notato. Al momento non è nota la sua destinazione: l’ipotesi più probabile è che sia stato accompagnato in qualche luogo dove lo attendeva un parente arrivato dal Veneto. Il direttore del carcere di Bergamo, Antonino Porcino, ha spiegato che è stato lo stesso indagato a “chiedere di uscire a bordo di un furgone perché non voleva incontrare giornalisti e fotografi”.

La telefonata che aveva indirizzato le indagini per la sparizione di Yara su Mohammed Fikri, e che era stata inizialmente tradotta con: ”Che Allah mi perdoni, non ho ucciso”, è stata sottoposta alla traduzione di sette consulenti che ne hanno dato una diversa. Una traduzione conforme a quanto dichiarato dal marocchino fermato, con la sua ricostruzione dei giorni prima dell’arresto, ha sostanzialmente fatto venir meno i gravi indizi di colpevolezza.

Mohamed ha spiegato che quelle verso il Marocco, interrotta a Genova sabato scorso a bordo di una motonave diretta a Tangeri, erano vacanze programmate, non una fuga. Il pm ha invece chiesto la convalida del provvedimento di fermo, a suo avviso legittimo in quanto sussistevano i presupposti. Il muratore che lavorava nel cantiere di Mapello, a poca distanza da Brembate Sopra, e in cui i cani avevano individuato tracce della tredicenne scomparsa è quindi di fatto un uomo libero, pur rimanendo indagato.

A questo punto le indagini che necessariamente devono tornare a essere a tutto campo, prendendo probabilmente anche in considerazione segnalazioni non ancora del tutto coltivate: come quei due uomini che un teste avrebbe visto con Yara poco prima delle 18,30 del 26 novembre, nei pressi del centro sportivo in cui si allena.

Poi nessuno l’ha più vista. Sono stati descritti da una persona come due giovani, mentre il vicino di casa di Yara, Enrico Tironi, 19 anni, avrebbe visto con la ragazzina due uomini fatti.

Le ricerche della giovane promessa della ginnastica sono proseguite anche lunedì per controllare anche una fonderia ad Ambivere. Anche nella fabbrica gli investigatori sono arrivati al seguito di una segnalazione. L’ennesima che si è rivelata infondata in questi giorni di crescente angoscia per i genitori e i fratelli di Yara.