Yara Gambirasio, trovata nuova lettera a Rho: “Mi chiamo Mario, sono stato io…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Agosto 2013 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA
Yara Gambirasio

Yara Gambirasio

MILANO – “Mi chiamo Mario, sono stato io.” E’ tornato a farsi vivo ‘l’anonimo di Rho’ con una telefonata in portineria dell’ospedale di Rho (“Mi chiamo Mario, sono stato io”) e con una lettera di tre pagine indirizzata al cappellano don Antonio Citterio.

“Vi prego, informate la polizia di Bergamo: qui è passato l’omicida di Yara Gambirasio. Che Dio mi perdoni!”, aveva scritto, sul quaderno delle preghiere dei fedeli nella cappella dell’ospedale di Rho (Milano) sabato (3 agosto).

Martedì 6 agosto il cappellano dell’ospedale di Rho, don Antonio Citterio, sotto lo zerbino della porta di casa (abita proprio sopra alla portineria dell’ospedale) ha trovato una busta contenente una lettera, tre fogli scritti a penna e firmati da un certo “Mario”.

“Sono stato io a scrivere il messaggio sul libro delle preghiere in chiesa” avrebbe scritto nella lettera (fonte L’Eco di Bergamo):

Un mitomane? È molto probabile: gli inquirenti da subito si sono detti scettici sulla reale utilità delle sue esternazioni. Ma la polizia non intende trascurare alcuna ipotesi.
Se sa davvero qualcosa, «Mario» la dovrà dire agli inquirenti. Se emergerà che si è inventato tutto, andrà incontro a una denuncia per procurato allarme.

Ad anticipare la lettera una telefonata in portineria: “Buongiorno, mi chiamo Mario, sono malato di cancro. Sono io l’autore del messaggio in chiesa su Yara Gambirasio. Volevo solo sapere se il cappellano ha ricevuto la mia lettera.”  La polizia è al lavoro per scoprire da dove proveniva la chiamata.

Quel che è certo, è che ieri mattina uomini della polizia di Stato e personale del Servizio centrale operativo (Sco), in una stanza della palazzina direzionale dell’ospedale di Rho hanno nuovamente sentito i testimoni della vicenda. A cominciare da Walter Claudio Sioli, 64 anni, che ha scoperto la frase misteriosa sul quaderno delle preghiere.