“Zagaria? Parrocchiano, non boss. Qui lo Stato ha sbagliato”: il prete di Casapesenna

Pubblicato il 8 Dicembre 2011 - 18:06 OLTRE 6 MESI FA

L'arresto di Michele Zagaria, boss dei Casalesi (Lapresse)

CASAPESENNA (CASERTA), 7 DIC – Pesa le parole don Luigi Menditto, così tanto che Michele Zagaria, arrestato nel suo bunker da un blitz anticamorra, non lo definisce neanche un boss ma un ”parrocchiano”. Don Luigi, a Casapesenna, è sacerdote da 48 anni. La gente la conosce bene, perfino Zagaria, ed è per questo che dice: ”Lo Stato qui ha sbagliato”.

”Certo che i boss, come li chiama lei, sono entrati in questa chiesa – dice don Luigi – fin quando mi hanno fatto richieste nello spirito cristiano, come la celebrazione di un matrimonio o battesimo, io ho detto sì. Con la camorra non sono mai sceso a compromessi”.

Il ragionamento che fa don Luigi inizia nel passato ”da quando qui lo Stato non c’era”. ” Qui siamo nati senza legge”, spiega pacato l’anziano sacerdote della parrocchia di Santa Croce. Ed ascoltando queste parole che si capisce, un po’ di più, la reazione iniziale di don Luigi in merito all’arresto di Zagaria. Una reazione che non è di felicità o di soddisfazione, piuttosto di rabbia. Ma sia chiaro, rabbia ”perché lo Stato è stato assente per troppo tempo”.

Non a caso la prima scena di una giornata così importante, quale quella di oggi, don Luigi la descrive così: ”Hanno circondato il paese, i cittadini non sono riusciti ad andare a lavorare. E qui si guadagna a giornata”. A chi insiste e gli chiede se, però, tutto questo non sia stato positivo visto che ha portato all’arresto di un superlatitante, don Luigi risponde: ”Certo che lo è, speriamo che da oggi ci sia ancora maggiore serenità. Ma per me che sono un sacerdote e il cui obiettivo è portare il Vangelo a tutti, Michele Zagaria è un parrocchiano come gli altri al quale portare il Vangelo“.

Per combattere la camorra non ha dubbi ”ci vuole ancora tanto”. E a chi gli sottolinea che forse a Casapesenna in pochi si sono ribellati alla camorra, don Luigi risponde: ” Sì, forse è vero. Io spero solo che lo Stato sia più presente. In questi anni lo Stato ha sbagliato e chi è stato vicino alla gente siamo stati noi sacerdoti”.