Legittimo impedimento, Luigi Zanda (Pd): “Berlusconi spappola lo Stato”

Pubblicato il 10 Marzo 2010 - 20:32 OLTRE 6 MESI FA

«Non può esserci nessuna esigenza politica, non ci può essere nessun leader, le cui vicende personali possono giustificare l’approvazione da parte del Parlamento di misure i cui effetti sfascino lo Stato, distruggano la Repubblica».

Lo dichiara, intervenendo a Palazzo Madama, il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che aggiunge: «Quando Berlusconi andrà via, perché andrà via, lascerà uno Stato scardinato nelle sue più rilevanti funzioni. E la maggioranza, votando la fiducia, non approva solo la legge incostituzionale sul legittimo impedimento, ma esprime la sua fiducia all’insieme delle politiche del Governo si assume la sua parte di responsabilità sugli effetti distruttivi di queste politiche sulle strutture fondamentali del nostro Stato». Infatti per Zanda«il governo Berlusconi sta spappolando lo Stato. E l’incostituzionale legittimo impedimento è l’ultimo tassello di un processo di sradicamento della stessa idea di legalità che va ben oltre lo scandalo endemico del conflitto di interessi del presidente del Consiglio e i rischi per la nostra sicurezza derivanti dai suoi eccessi personali».

«Il legittimo impedimento – continua – arriva dopo le leggi vergogna fatte ad personam, dopo la legge Gasparri. Dopo il lodo Schifani e, infine, dopo il lodo Alfano. Ma lo spappolamento dello Stato non si ferma alla distruzione della legalità. C’è il mix micidiale dei decreti-legge, maxiemendamenti, voto di fiducia che sta capovolgendo il rapporto tra Governo e Parlamento. C’è l’abuso delle ordinanze di protezione civile che, fuori da ogni emergenza, hanno forza di legge. C’è lo sprezzo nei confronti delle Autorità costituzionali di garanzia e della magistratura. C’è l’abuso dello spoil system politico negli uffici dello Stato e nella televisione pubblica. C’è la legge elettorale del 2005. E infine, c’è il decreto che avrebbe dovuto salvare la lista irregolare del Pdl nel Lazio. Un decreto che neanche il Tar ha considerato legittimo».

Zanda ripercorre quindi «gli ultimi equivoci dei rapporti internazionali del presidente Berlusconi. Dalla singolare visita di Stato del colonnello Gheddafi. Al soggiorno di Berlusconi nella dacia di Putin per trattare questioni su cui ancora non ha riferito in Parlamento. Dalla visita in Bielorussia dove Lukashenko gli avrebbe consegnato incartamenti di cui in Parlamento non c’è traccia al viaggio in Turchia dove si è occupato di nuovi gasdotti in assoluto scollegamento dalle politiche energetiche dell’Unione Europea. È abbastanza perché il Senato si chieda se questi atti siano atti della politica estera del nostro Paese oppure iniziative personali di Berlusconi».

Infine Zanda si rivolge a Schifani ricordando come giorni fa si fosse augurato «che la sostanza potesse prevalere sulla forma. Adesso, che è stato emanato il decreto legge pro lista Pdl immagino che sosterrà la forma, e cioè la forza del decreto, contro la sostanza, e cioè le irregolarità elettorali. Il Pd – conclude Zanda – vorrebbe fortemente tenere fuori dalla polemica politica il Presidente Schifani. Ma lui, dovrebbe darcene la possibilità dimostrando di saper difendere i diritti dell’opposizione almeno nella stessa misura e con la stessa tenacia con le quali sostiene le esigenze del Governo».